La guerra in Ucraina: un sfida critica per l’Europa
Immagine da: International Crisis Group
Traduciamo qui un articolo dell’International Crisis Group sulla guerra in Ucraina e la sfida critica per l’Europa, come contributo di riflessione competente, pubblicato sul Watch List 2022 del 24 maggio, invitando a leggere il rapporto completo: https://www.crisisgroup.org/global/watch-list-2022. D’altra parte ricordiamo che la FOCSIV ha una posizione diversa a sostegno della difesa nonviolenta e dei diritti umani dei più deboli, per la riconciliazione tra i popoli, come sostenuto attraverso la campagna #STOPTHEWARNOW – FOCSIV
“L’assalto militare della Russia all’Ucraina, giunto alla quattordicesima settimana, ha profondamente turbato la sicurezza europea e probabilmente avrà profonde implicazioni per la stessa Unione europea (UE). Il 24 febbraio, le forze russe hanno attaccato l’Ucraina su tutti i fronti, nord, sud ed est, trasformando un conflitto che durava da otto anni nella regione orientale del Donbas in una guerra che probabilmente rappresenta il rischio più grave per la pace e la sicurezza internazionale da decenni.
Le forze russe hanno incontrato una rigida resistenza ucraina, presto rafforzata da armi e blindati forniti dall’Occidente, costringendo Mosca a rimandare i suoi obiettivi di rovesciare il governo di Kiev e riportare l’Ucraina nella sfera di influenza di Mosca. La Russia sembra ora cercare, nel breve termine, di mantenere il controllo del territorio conquistato che collega la Russia alla Crimea, annessa da Mosca nel 2014, e di guadagnare terreno nel Donbas oltre a quello che i separatisti sostenuti dai russi controllavano al 24 febbraio. Anche con obiettivi più limitati, tuttavia, le sue forze sembrano essere in difficoltà su alcune linee del fronte, sebbene sia difficile valutare le dinamiche precise del campo di battaglia. Il Cremlino continua inoltre a descrivere il governo di Kiev come “nazista”, suggerendo che i suoi obiettivi generali non sono cambiati.
Nel frattempo, la retorica di alcuni leader dei Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina – compresi gli Stati membri dell’UE e i loro partner transatlantici – suggerisce che i loro obiettivi nella guerra si siano ampliati. I leader occidentali continuano a dire che non combatteranno direttamente la Russia, però stanno continuando ad inviare armi più pesanti e stanziando maggiori risorse a favore dell’Ucraina. Alcuni lasciano intendere che il loro obiettivo sia la sconfitta strategica della Russia, compresa una vittoria ucraina che recuperi per Kiev tutto il territorio perso a favore di Mosca dal 2014, il pagamento di risarcimenti russi e tribunali per crimini di guerra. Questo approccio rischia di alzare la posta in gioco fino al punto in cui non ci sarà più spazio per un dialogo da nessuna delle due parti causando una possibile escalation verso un conflitto diretto tra la NATO e la Russia.
Dopo l’invasione della Russia, l’UE e i suoi Stati membri hanno affrontato un difficile gioco di equilibri. Hanno cercato contemporaneamente di sostenere l’Ucraina e di evitare un rischio troppo grave di escalation. Sebbene i veri colloqui di pace sembrino ancora lontani, i leader europei dovrebbero puntare a creare, nel miglior modo possibile, incentivi per entrambe le parti per arrivare ai negoziati e gettare le basi per una maggiore stabilità in un ordine di sicurezza europeo che continuerà ad evolversi negli anni a venire.
Nel perseguire questi obiettivi, l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero:
- Continuare a inviare armi, materiale non letale e assistenza finanziaria per aiutare l’Ucraina a tenere la linea contro l’invasione russa, ma migliorare la supervisione di queste forniture. I leader dell’UE dovrebbero inoltre astenersi dal fornire addestramento sul territorio ucraino e continuare a evitare di coinvolgere nella guerra forze proprie, alleate o partner.
- Sottolineare pubblicamente che seguiranno la guida di Kiev per quanto riguarda l’accordo di pace o altri accordi di riduzione della violenza. Non dovrebbero spingere l’Ucraina ad accettare qualcosa che non sia nel suo interesse, come un cessate il fuoco i cui termini porrebbero le basi per una nuova offensiva russa. Non dovrebbero nemmeno usare un linguaggio che suggerisca che la vittoria ucraina presupponga l’accettazione da parte russa della sovranità di Kiev su tutto il territorio ucraino, compresa la Crimea, cosa che alcuni leader dell’Occidente hanno tentato di fare. Se le condizioni del campo di battaglia creano una situazione in cui l’Ucraina è più avvantaggiata da un accordo che accetta il controllo russo di una parte del territorio ucraino – un risultato ancora più che plausibile, soprattutto nel caso della Crimea – Kiev dovrebbe essere incoraggiata ad accettare tale accordo.
- Pensare a quali sanzioni contro la Russia potrebbero essere revocate in caso di accordo soddisfacente per l’Ucraina; queste potrebbero includere, ad esempio, quelle che danneggiano maggiormente i russi in generale.
- Valutare delle misure di cooperazione più strette tra l’UE e l’Ucraina, che potrebbero includere migliori relazioni commerciali e politiche, dato che un processo di adesione all’UE accelerato è improbabile, nonostante l’entusiasmo in alcuni ambienti per la richiesta di adesione di Kiev.
- Continuare ad accogliere e fornire assistenza ai rifugiati ucraini, riconoscendo le loro esigenze specifiche e differenziate per genere, nonché potenziare gli aiuti per sostenere Kiev a far fronte al crescente numero di sfollati interni.”