LA NOSTRA TERRA NON E’ IN VENDITA. LA CHIESA A FIANCO DELLE COMUNITA’ LOCALI IN AFRICA
Dal 22 al 26 Novembre, a Limuru in Kenya, si è tenuta la conferenza organizzata da SECAM, Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar, in alleanza con CIDSE, di cui FOCSIV è parte, sul tema del Land Grabbing e della governance delle risorse naturali in Africa.
I partecipanti al meeting, provenienti da più di 100 diverse organizzazioni, hanno preso spunto per un impegno comune condiviso dalle parole di Papa Francesco che nell’Enciclica Laudato Si’ si è scagliato duramente contro l’accaparramento delle terre riconoscendo il valore prezioso che contraddistingue il rapporto delle comunità indigene con la terra: “Per loro, infatti, la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori. Quando rimangono nei loro territori, sono quelli che meglio se ne prendono cura. Tuttavia, in diverse parti del mondo, sono oggetto di pressioni affinché abbandonino le loro terre e le lascino libere per progetti estrattivi, agricoli o di allevamento che non prestano attenzione al degrado della natura e della cultura.”
Nel continente africano la sacralità del rapporto ancestrale con la natura viene violata tramite un accaparramento selvaggio delle terre messo in atto da investitori e governi corrotti i quali basano la loro attività esclusivamente sulla logica del profitto immediato. L’Africa è il Paese che registra maggiori fenomeni di land grabbing e tutto questo ha importanti ripercussioni su sicurezza e sovranità alimentare della popolazione, povertà e cambiamenti climatici. Le multinazionali straniere, dietro consenso di governi locali e nazionali e grandi investitori finanziari, sono i primi grandi fruitori di questa vergognosa svendita delle terre utilizzate principalmente per l’estrazione di minerali destinati all’export, produzione di beni agricoli non alimentari e costruzione di infrastrutture. Di fronte a ciò le grandi istituzioni internazionali (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale , Organizzazione Mondiale del Commercio) sembrano tacere ed in modo diretto e/o indiretto facilitare la pratica della svendita delle terre tramite finti programmi di cooperazione allo sviluppo.
Il fenomeno del land grabbing è solo una delle tante sfaccettature di un sistema economico mondiale ingiusto che non ha fatto altro che aumentare la povertà nel continente africano amplificando una serie di fenomeni correlati quali diseguaglianza, migrazioni e conflitti.
Partendo dall’affermazione di una serie di diritti per le comunità locali (diritto alla sovranità e sicurezza alimentare, protagonismo nei programmi di investimento, promozione dell’eguaglianza di genere e delle opportunità per i giovani, difesa della propria identità culturale) e riconoscendo la propria responsabilità nel promuovere il cambiamento sociale, i partecipanti alla Conferenza hanno stilato una serie di raccomandazioni per i decisori politici:
- rafforzare l’autonomia del continente africano tramite politiche di sviluppo che non vedano l’Africa esclusivamente come oggetto di sfruttamento per profitti a breve termine nelle mani di pochi soggetti:
- porre le comunità locali ed i piccoli agricoltori al centro delle politiche di sviluppo;
- gestire le risorse naturali in maniera sostenibile:
- fermare ogni forma di acquisizione dei terreni dannosa per le popolazione e per l’ambiente;
- sostenere il lavoro in seno alle Nazioni Unite per un trattato giuridicamente vincolante che riguardi l’attività delle imprese multinazionali
Motivata dai valori cristiani, dagli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica e dai valori della tradizione africana, SECAM intende agire concretamente e si propone come promotore e coordinatore di una rete di soggetti che implementino attività di advocacy. Oltre che minare il lavoro delle multinazionali e denunciare ogni forma di criminalizzazione nei confronti di attivisti che in maniera non violenta lottano per la difesa delle proprie terre, SECAM intende fare advocacy in maniera propositiva ossia valorizzare quelle politiche locali, nazionali ed internazionali che intendono promuovere giustizia sociale e climatica e, tramite una rete di diversi soggetti, promuovere una campagna su una moratoria che sospenda la concessione di terre a imprese multinazionali fino a che i governi locali non riconoscano in maniera giuridicamente vincolante la tutela della popolazione locale e dell’ecosistema. Contemporaneamente la SECAM si impegna in un processo di educazione e formazione delle comunità locali in modo che siano consapevoli dei propri diritti e che raggiungano quel livello di consapevolezza che le induca a denunciare pubblicamente le forme di corruzione e ricatto a cui sono sottoposte. CIDSE e FOCSIV si affiancano a SECAM in questo ambizioso programma politico al servizio delle comunità locali per la custodia del creato e la dignità delle persone più vulnerabili.