La risposta del mondo cattolico all’appello alla solidarietà di Papa Francesco
Riformare il diritto di asilo, aprire canali regolari e operare per il diritto a rimanere: questi sono i principali messaggi che sono emersi Martedì 12 gennaio durante la presentazione delle iniziative della Chiesa per la celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2016, celebrata il 17 gennaio.
Per l’occasione, gli oltre 6.000 rifugiati accolti nelle 17 diocesi laziali hanno assistito all’Angelus in Piazza San Pietro; inoltre, erano presenti 200 richiedenti asilo con le bandiere dei loro paesi, attualmente alloggiati al CARA di Castelnuovo di Porto. Dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco, i migranti hanno attraversato la porta santa ed assistito alla messa. Come simbolo della drammaticità del viaggio migratorio, della sensibilità della Chiesa e della necessità di risposte adeguate, sotto l’altare è stata posta la Croce di Lampedusa.
Il Direttore generale della Fondazione Migrantes, Mons. Perego, ha esposto i punti fondamentali della situazione alla fine del 2015, rilevando il grande movimento di risposta del mondo cattolico all’appello alla solidarietà di Papa Francesco. Solamente da settembre ad oggi, oltre 4.000 rifugiati hanno ricevuto assistenza nelle strutture ecclesiali, portando così il numero dei rifugiati accolti dalla Chiesa ad oltre 27.000 persone. Poiché questo processo non è che all’inizio, Migrantes proporrà una seconda rilevazione a un anno dall’appello del Papa. Tuttavia, anche se la chiamata di Francesco è stata accolta, l’attuale strategia politica è insufficiente, come testimoniano le oltre 3.700 persone annegate solamente in questo anno davanti alle nostre coste. Con questa consapevolezza, la Fondazione Migrantes ha sollevato l’attenzione su alcune questioni. Nello specifico, tenendo presente l’aumento delle richieste di asilo, passate dalle 64.689 del 2014 alle 82.940 del 2015 e la diminuzione dei riconoscimenti (circa 9.000 riconoscimenti in meno rispetto allo scorso anno), Mons. Perego chiede retoricamente se il sistema di protezione italiano si sia indebolito.
Occorre comprendere quanto il fenomeno migratorio sia una questione strutturale per la società e l’economia italiana e come sia necessario sviluppare una governance globale che comprenda misure volte ad affinare i servizi interni allo stato ed un impegno concreto nei paesi di origine, per affrontare alla radice i conflitti e le cause della povertà.
Le proposte articolate da Migrantes puntano verso un miglioramento deciso degli standard di accoglienza. Innanzi tutto va fermato il fenomeno delle morti in mare; è necessario aprire per tutti i migranti dei canali di ingresso regolari e rispondere agli arrivi con un meccanismo di quote certe per ogni paese dell’UE. Dopodiché, Mons. Perego ha criticato apertamente la linea politica basata sull’approccio Hotspot perché lesivo dei diritti umani, proponendo inoltre una nuova riforma delle Commissioni Territoriali ed il superamento del principio di volontarietà di adesione degli enti locali alla rete SPRAR. L’accoglienza dovrebbe diventare un servizio sociale fornito da ogni comune, in collegamento con il suo territorio. Dei tempi di attesa minori ridurrebbero lo spazio di azione dei trafficanti ed il rischio per i migranti di finire nelle reti di sfruttamento.
Per questi motivi e per evitare fenomeni di marginalizzazione sociale, Stato, Terzo Settore e Chiesa, potrebbero sviluppare un programma di inserimento abitativo e lavorativo post accoglienza, dentro il quale riceverebbero una specifica attenzione i minori stranieri non accompagnati. Su quest’ultimo tema si evidenzia la proposta di seguire l’esempio della prefettura di Catania nell’adozione di un approccio multidisciplinare per il riconoscimento dell’età, abbandonando in questo modo l’inattendibile esame del polso. Infine, Mons. Perego sottolinea la necessità di superare l’attuale sistema di informazione basato sull’emergenza – “Non siamo di fronte a un’invasione!” Anzi, il numero di migranti arrivati in Italia nel 2015 è inferiore del 9% rispetto al dato del 2014; questo perché il percorso del principale flusso migratorio passa ora per Grecia, Turchia e Balcani. Durante il 2015, si stima che siano passati per questa rotta circa 850.000 migranti; il dato italiano risulta evidentemente minore poiché, per ogni persona sbarcata in Italia, ne sono arrivate 5 in Grecia.
Dunque non è necessario cadere nell’allarmismo, piuttosto è indispensabile comprendere che siamo di fronte a grandi movimenti di persone dovuti ai disastri ambientali ed agli sconvolgimenti dei sistemi politici. Per questo motivo occorre rispondere all’invito per un maggiore impegno nei paesi di origine dei flussi, per far si che il progetto migratorio non sia una costrizione, ma una scelta; perché esista il “Diritto di rimanere”. La campagna 1000 micro progetti per il diritto a rimanere nella quale è coinvolta FOCSIV con Caritas e Missio, su indirizzo della Conferenza episcopale italiana, è nata per rispondere a queste istanze e rappresenta un esempio concreto di impegno per la costruzione di una società più equa e solidale.
Enrico Guglini