LA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE ALL’ITALIANA? È SOLO UN PUNTO DI PARTENZA
La Campagna ZeroZeroCinque: per la prima volta in Italia viene introdotta una tassa sulle transazioni finanziarie ma questa norma non può bastare per contrastare efficacemente la speculazione finanziaria e la finanza casinò.
Con l’approvazione della legge di stabilità, arriva l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie, ma con la nuova formulazione “minimalista” presentata dal Governo in corso di dibattito parlamentare, che ha chiaramente ceduto alle pressanti richieste delle lobby finanziarie, tese a ridurre l’efficacia di applicazione di questa tassa. Il tutto è avvenuto nel giro di poche ore, complice la frenetica accelerazione del dibattito parlamentare di fronte a un Governo dimissionario, che ha annullato di fatto quell’opportuno confronto parlamentare richiesto dalla Campagna ZeroZeroCinque, sostenuta da oltre 50 organizzazioni della società civile (sindacati, ong, associazioni di cittadini), tra cui la FOCSIV.
La TTF è stata presentata dal premier Monti come una tassa anti-speculazione, ma guardando nel dettaglio le norme adottate, si notano molti rilevanti limiti
– La tassa – si legge – sarà applicata al “valore del saldo netto delle transazioni regolate giornalmente, relative al medesimo strumento finanziario e concluse nella stessa giornata operativa da un medesimo soggetto, ovvero il corrispettivo versato”. Questa norma non aiuta ad arginare il fenomeno dell’high frequency trading, ossia le operazioni più altamente speculative: la tassa deve applicarsi alla singola operazione e non al saldo netto di fine giornata come previsto nell’attuale normativa.
Risulta inopportuna la prevista esenzione dei fondi pensione. Al contrario, l’applicazione della tassa a questi fondi ne avrebbe permesso una stabilizzazione nel lungo periodo tutelandoli da attività speculative a breve termine. I fondi pensione i gestori hanno un conflitto d’interesse che li porta a fare troppe transazioni e la stessa UE nelle sue simulazioni ritiene non valida l’idea di esentare i fondi pensione.
La normativa attuale ha di fatto esonerato i derivati dall’applicazione della TTF, relegandola ai soli derivati su azioni che rappresentano in Italia solo il 2,7% di tutti i derivati OTC (dati Bankitalia – giugno 2012). Questo implica che non si frenano alcuni degli strumenti più speculativi, e si riduce di fatto la base imponibile della TTF. Inoltre, prevedere un ammontare fisso della tassa per gli scaglioni più alti di certo avvantaggia i grandi operatori.
E il gettito di questa TTF?. Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque, spiega che “non è stata prevista alcuna destinazione specifica del gettito ad obiettivi di utilità pubblica, la TTF è stata chiaramente voluta come risorsa aggiuntiva a copertura di bilancio. Come Campagna chiediamo invece che il gettito sia vincolato alla promozione di politiche per il welfare, per la cooperazione internazionale e per la lotta ai cambiamenti climatici. Tanto deve essere ancora fatto – conclude Baranes – sia per migliorare la TTF sia in termini di altre misure necessarie (dalla trasparenza sui mercati alla chiusura dei paradisi fiscali, alla separazione tra banche commerciali e banche d’affari a molte altre misure) per chiudere il gigantesco casinò-finanziario che ci ha trascinato nell’attuale crisi. Solo così potremo realmente combattere la speculazione finanziaria e riportare la finanza al servizio dell’economia reale e delle persone e non il contrario come avviene oggi”.
Sulle questioni aperte la Campagna ZeroZeroCinque, in quanto coalizione di associazioni di cittadini che rappresentano un gran numero di utenti, consumatori e investitori, chiede impegni concreti a candidati e forze politiche già a partire dalla prossima campagna elettorale.
Si veda la recente pubblicazione “No Exemption. The Financial Transaction Tax and Pensions Funds” http://www.sustainablefinancialmarkets.net/wp-content/uploads/2012/12/No_Exemption.pdf
Fonte: zerozerocinque.it