La transizione energetica vista dall’Amazzonia
foto: forosocialpanamazonico.com
Ufficio Policy Focsiv – Negli ultimi anni la transizione ecologica, energetica, sta portando allo sfruttamento di minerali critici e terre rare (L’Europa partner o imperiale nella corsa ai minerali critici? – Focsiv), che purtroppo molte volte originano nuove forme di colonialismo a danno dei popoli indigeni e delle comunità locali, nuovo land grabbing (Land Grabbing e Agroecologia – Focsiv). Questo è un monito anche per il cosiddetto Piano Mattei. Dall’Amazzonia all’Africa, sono i popoli locali a dover esercitare il diritto allo sviluppo secondo le proprie visioni a fronte della volontà di potenza tecnica occidentale e dei nuovi emergenti.
Riportiamo qui i risultati del Forum sociale Panamazzonico che nelle sue conclusioni denuncia la nuova aggressione alla terra e ai suoi popoli e chiede di poter agire per la sovranità tecnologica.
Dopo tre giorni di dialogo internazionale sui problemi dell’Amazzonia e la costruzione di proposte d’azione, sabato 15 giugno, presso il Colosseo Nacif Velarde di Rurrenabaque, gli oltre 1000 partecipanti all’XIForum Sociale Panamazzonico (FOSPA) si sono incontrati per la lettura e l’approvazione in plenaria delle conclusioni del forum e la cerimonia di chiusura.
Il “Mandato dell’XI Forum Sociale Panamazzazzonico”, così è stato chiamato il documento, è una sintesi delle conclusioni approvate nelle assemblee di ciascun Asse Tematico tenutesi nel pomeriggio del 14 giugno. Gli assi stabiliti del forum erano: 1) Popoli indigeni e popolazioni amazzoniche, 2) Madre Terra, 3) Estrattivismo e alternative, 4) Resistenza delle donne.
Ogni Asse ha ospitato da due a cinque gruppi di lavoro che hanno risposto a questioni più specifiche, come l’autonomia e la giustizia indigena, i diritti dei difensori, la crisi climatica, l’acqua, la transizione energetica, l’espansione della frontiera agricola, i territori e la partecipazione delle donne. Le conclusioni generate da ciascun gruppo sono state il risultato di un ricco lavoro di scambio di informazioni, casi, posizioni e proposte iniziato prima dell’XI FOSPA Bolivia, da marzo 2024, attraverso incontri e webinar periodici virtuali e ibridi.
Con l’incontro faccia a faccia dal 12 al 15 giugno tra organizzazioni indigene e sociali, istituzioni, collettivi e società civile in generale, e attività come visite in loco alle comunità indigene boliviane dell’area e incontri con attori come i ranger del parco, la discussione si è nutrita di più punti di vista e idee e conoscenze esperienziali. Queste conclusioni per gruppo sono state raccolte e riassunte in un unico documento per ogni asse, che a sua volta è stato raccolto e sintetizzato per generare il Mandato dell’XI FOSPA che condividiamo con voi di seguito. Scarica qui tutto il mandato L’XI FOSPA genera un Mandato che si nutre delle conclusioni e delle proposte dei suoi quattro Assi Tematici – FORUM SOCIALE PANAMAZZONICO (forosocialpanamazonico.com)
In particolare abbiamo espunto alcune posizioni relativamente al grande tema dell’estrattivismo e della transizione energetica.
Chiediamo un consenso a livello regionale per dichiarare la regione una no-go zone per tutte le forme di estrattivismo minerario. Chiediamo il rispetto e l’effettiva attuazione delle sentenze e delle decisioni a livello nazionale e internazionale relative ai diritti dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali.
Chiediamo che i governi amazzonici ratifichino e rispettino tutti gli accordi internazionali che garantiscono la protezione della regione, come la Convenzione di Minas Gerais, come la Convenzione di Minamata, la Convenzione sulla Diversità Biologica, l’Accordo di Escazaba, l’Accordo di Escazú, la Convenzione sulla Diversità Biologica, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni, la Convenzione di Ramsar e altre ancora, garantendo meccanismi per la partecipazione effettiva e vincolante delle popolazioni indigene e delle comunità amazzoniche.
Chiediamo quadri normativi per la due diligence negli Stati amazzonici e nei loro Paesi di origine per obbligare il potere delle imprese a rispettare le norme internazionali sui diritti umani e sull’ambiente.
Rifiutiamo la transizione energetica proposta dal Nord globale, che risponde a gruppi egemonici che cercano di mantenere il sistema capitalista e neoliberista e riproduce il modello coloniale ed estrattivista che viola i nostri territori.
Contestiamo questa transizione energetica che non rispetta i limiti fisici della nostra Madre Terra. Denunciamo che la transizione energetica dettata dal Nord propone un approfondimento dell’estrattivismo minerario di nichel, rame e altri minerali cosiddetti “critici“, condannando l’Amazzonia ad essere un territorio di sacrificio.
Allo stesso modo, come popoli dell’Amazzonia siamo solidali con le lotte in difesa dei territori colpiti dall’estrazione del litio.
La transizione energetica che proponiamo deve essere giusta, popolare, inclusiva, basata su alternative provenienti dai territori amazzonici, andini e marino-costieri.
Questa transizione deve: a) garantire il diritto all’energia in consonanza con i diritti collettivi dei popoli indigeni e della Natura, b) rendere effettiva la sovranità energetica autonoma dei territori amazzonici, andini e marino-costieri sulla base di processi di una pianificazione partecipata. c) promuovere il decentramento, con l’accesso e la sovranità tecnologica, e d) promuovere le alternative economiche come nuova forma di governance partecipativa e di autonomia territoriale.
La transizione energetica deve affrontare e rimediare alla storia estrattivista di tutte le comunità colpite, e bonificare, recuperare e ripristinare gli ecosistemi.