L’appello di Pax Christi ai parlamentari per votare no alla missione in Niger
Il quotidiano “Avvenire” dedica un approfondimento riguardante il voto che si terrà oggi, venerdì 19 gennaio, alla Camera per approvare il decreto missioni, che darebbe definitiva autorizzazione all’intervento italiano in Niger.
L’intervento fa parte dell’insieme delle iniziative condivise a livello europeo per migliorare le condizioni di sicurezza in Niger e nei paesi del G5 del Sahel. L’Italia prenderà parte alla missione come Paese “osservatore”.
<Ho paura di una guerra nucleare, siamo al limite>, ha detto papa Bergoglio partendo per l’America del Sud. Don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, fa proprio l’appello del pontefice, anche perché dal 1991 a oggi, «invece che diminuire, le guerre sono aumentate».
Don Sacco ha lanciato un appello ai parlamentari italiani affinché esprimano il loro voto contrario alla decisione del Governo di prendere parte alla missione in Niger.
Il decreto su cui si voterà interviene anche su una graduale riformulazione delle missioni italiane, garantendo una riduzione della presenza italiana in Paesi quali Iraq e Afghanistan ed un aumento della presenza nel continente africano. Per esempio, in Libia le unità militari impiegate aumenteranno da 370 a 400, mentre in Niger per l’anno corrente saranno impegnate circa 470 unità: di queste 120 saranno inviate sul territorio entro il primo semestre, mentre la restante parte arriverà entro fine anno. Oltre alle unità militari, saranno inviati 130 mezzi di terra e due aerei.
L’impegno finanziario dell’Italia previsto per questa operazione è stimato intorno ai 49,5 milioni di euro, solo per il 2018. Considerando la totalità degli interventi militari, la spesa per il nostro Paese si aggirerà intorno ad 1.5 miliardi di euro con un impegno di 6.698 unità.
Anche Papa Francesco continua a ricordarci che ci troviamo al centro di una ‘terza guerra mondiale a pezzi’ che gli Stati contribuiscono ad alimentare con grande ipocrisia. Come ha ricordato Francesco a Redipuglia il 13 settembre 2014 «oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante».
Focsiv condivide l’appello di Don Sacco, sottolineando la necessità di sviluppare nuove politiche che pongano al centro l’uomo e che condannino il perseguimento di iniziative militari.