Laudate Deum per non sostituirsi a Dio
Fonte Laudate Deum explained: What is Pope Francis’ Apostolic Exhortation? (cafod.org.uk)
Ieri Papa Francesco, in occasione della giornata di san Francesco, ci ha donato una sua nuova riflessione sulle sorti dell’uomo nella casa comune. L’esortazione apostolica Laudate Deum (“Laudate Deum”: Esortazione Apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica (4 ottobre 2023) | Francesco (vatican.va), che ci sprona a moltiplicare il nostro impegno per cambiare il paradigma tecnocratico ossessionato dalla crescita infinita o illimitata, dalla volontà di potenza dell’uomo dimentico di Dio e del suo intimo rapporto con la natura. E’ una ideologia del potere dell’uomo sul Creato, che in questo modo, paradossalmente, decreta la sua fine.
Occorre un pungiglione etico per dare senso alla vita. Di fronte ai disastri di questa volontà di potenza e dominio, occorre riconfigurare il sistema multilaterale, sostenendo un multilateralismo più democratico, dalle basi per controllare il potere politico, con una cooperazione efficace per il rispetto dei diritti umani. La prossima Conferenza sul cambiamento climatico COP28 deve portare a forme vincolanti di transizione energetica per un cambiamento del sistema, senza rattoppi.
Riprendiamo come commento quello del climatologo Antonello Pasini in Papa Francesco e la scienza del clima, 8 anni dopo – IL KYOTO FISSO – Blog – Le Scienze (repubblica.it)
E’ appena uscita l’esortazione apostolica “Laudate Deum”, che riprende i temi dell’Enciclica “Laudato si”, pubblicata 8 anni fa nel 2015: una voce forte, in difesa della nostra casa comune. Come allora, anche oggi il mio commento riguarda soprattutto gli aspetti scientifici e culturali che questa esortazione porta con sé.
Ovviamente anche l’esortazione odierna si inquadra all’interno del tema più generale, tanto caro a Papa Francesco, esemplificato nella “Laudato si'” dal concetto di ecologia integrale, per cui siamo inestricabilmente legati a tutti gli altri viventi e non viventi sul pianeta e i “lamenti della terra sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti” (5).
Detto questo, il primo capitolo dell’esortazione mostra le evidenze del cambiamento climatico, alla luce dei nuovi risultati scientifici, che vedono una situazione climatica che evolve rapidamente e che corroborano e rafforzano quanto già si sapeva 8 anni fa (anzi da molto di più), ovvero l’origine antropica del cambiamento. In questo, si citano anche le posizioni “sprezzanti e irragionevoli” di chi nega l’importanza di tale fattore o “pone in ridicolo chi parla di riscaldamento globale” (7).
La trattazione scientifica della crisi climatica è sintetica, ma tocca tutti i principali dati di fatto e risultati. In particolare, colpisce la citazione dei “fattori inerziali” nella dinamica del clima e dei punti di non ritorno, che connotano il cambiamento climatico come una vera e propria crisi di lungo periodo e non come una semplice emergenza transitoria. Il Papa accenna anche alla mancanza di equità internazionale che nasce dal fatto che i responsabili del riscaldamento globale, e del cambiamento climatico recente ad esso associato, non sono i poveri che hanno troppi figli, bensì le più benestanti società sviluppate. In questo nota anche che “la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili” (13). Con un accenno alla biodiversità, poi, Papa Francesco scrive: “… le altre creature di questo mondo hanno smesso di esserci compagne di viaggio e sono diventate nostre vittime” (15).
Tutto un capitolo viene poi dedicato all’analisi del cosiddetto “paradigma tecnocratico“, che consiste nel pensare “come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia” (20), con l’ossessione di “accrescere oltre ogni immaginazione il potere dell’uomo, per il quale la realtà non umana è una mera risorsa al suo servizio” (22).
Questo paradigma stride ovviamente con il concetto di ecologia integrale, per cui non possiamo dire “che la natura sia una mera ‘cornice’ in cui sviluppare la nostra vita e i nostri progetti, perché siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati, così che il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro” (25).
In seguito, dopo aver analizzato lo stato del negoziato internazionale e aver auspicato “un multilateralismo “dal basso” e non semplicemente deciso dalle élite di potere” (38), si concentra sulla proposta di seguire un “antropocentrismo situato”, riconoscendo che “la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature” e tutto il mondo (67).
Infine, mi piace ricordare come nella esortazione vi sia anche un caldo invito a cambiare stili di vita, a fare comunità e a spingere dal basso sulla politica per una vera conversione ecologica.
Insomma, questa esortazione completa la precedente enciclica nel solco di una continuità legata al concetto di ecologia integrale nel rapporto tra uomo e uomo, e uomo e natura. Tutto ciò si basa su quanto deriva dalla scienza del clima contemporanea, è assolutamente consono con una visione moderna e sistemica delle interconnessioni che esistono sul nostro pianeta e deve spingere tutti noi verso la “strada della cura reciproca” (72).
Grazie ancora a Papa Francesco per aver inviato questa “lettera” a tutte le persone di buona volontà.