Laudato Sì e il percorso verso COP 22

Il 28 Settembre scorso la Pontificia Accademia delle Scienze, il Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace ed illustri studiosi e rappresentanti di altri settori si sono riuniti in una consultazione che ha messo in relazione l’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco,presente all’incontro, e la prossima Conferenza mondiale sul clima, la Cop 22.
Un anno dopo la pubblicazione dell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco sulla “cura per la nostra casa comune”e quasi ad un anno dallo storico Accordo di Parigi della Cop 21, sta crescendo il consenso e l’urgenza per affrontare coraggiosamente e velocemente, sotto la guida della Laudato Sì, la questione della cura del nostro pianeta.
Durante la consultazione presso la Pontificia Accademia delle Scienze, è stata valutata la ricezione e l’impatto della Laudato Sì ad oggi e particolare attenzione è stata rivolta alla Cop22 che si terrà a Marrakesh dal 7 al 18 Novembre prossimo ed alle sfide che si dovranno affrontare per attuare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi. Risultato dell’incontro è uno statement, firmato anche dalla FOCSIV, con cui vengono espresse alcune raccomandazioni volte ad esortare tutti i firmatari dell’Accordo di Parigi ad andare avanti insieme con determinazione, urgenza, valori condivisi ed un progetto globale comune.
Di seguito lo statement elaborato:
L’Accordo di Parigi sul clima è un fatto storico. Per la prima volta dopo la firma della Convenzione ONU del 1992 sui cambiamenti climatici (UNFCCC), tutti i Paesi hanno deciso di agire con l’obiettivo di proteggere il pianeta. Gli obiettivi principali dell’Accordo sono: (1) mantenere il surriscaldamento “ben al di sotto dei 2 gradi C°” e “perseguire sforzi per mantenere l’incremento della temperatura media al di sotto di 1,5 gradi C°”; (2) permettere ai Paesi di adattarsi agli impatti negativi già in corso e (3) assicurare un flusso di finanziamenti giusti ed equi per il raggiungimento degli obiettivi climatici.
La COP22 di Marrakech, in Marocco (07-18 Novembre 2016), sarà la prima Conferenza delle parti dopo l’accordo di Parigi. Noi esortiamo tutti i firmatari dell’Accordo di Parigi ad andare avanti insieme con determinazione, urgenza, valori condivisi ed un progetto globale comune. Sottolineiamo le seguenti opportunità e priorità.
In primo luogo, l’accordo sul clima di Parigi deve essere inteso come pilastro di un impegno generale più vasto per lo sviluppo umano integrale e sostenibile, compresi gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile universalmente riconosciuti (SDGs). Nelle parole della Laudato Si’, gli SDGs e l’Accordo sul clima di Parigi riflettono la necessità di “un solo mondo con un progetto comune.”
In secondo luogo, l’Accordo sul clima di Parigi dovrebbe entrare in vigore nel 2016, con il deposito delle ratifiche dei Paesi che rappresentano almeno il 55 per cento delle emissioni globali.
In terzo luogo, tutti i paesi firmatari dovrebbero insistere sulla universalità dell’Accordo. L’accordo di Parigi è un progetto comune per la nostra casa comune. Nessun singolo paese deve esimersi dalla tempestiva ratifica e attuazione dell’accordo di Parigi.
In quarto luogo, tutti i paesi dovrebbero partecipare alla COP22 con la ferma intenzione di adottare i “Contributi definiti a livello nazionale” (NDC) per il 2030 e le “Strategie di Sviluppo a lungo termine con bassi livelli di emissioni di gas serra” (LEDS) fino al 2050, che siano sufficientemente ambiziose per non oltrepassare i limiti sul riscaldamento globale presenti nell’accordo di Parigi;
In quinto luogo, gli esperti tecnici di tutti i Paesi firmatari dovrebbero partecipare alla “Conferenza per le soluzioni a basse emissioni” della COP22, ospitata dal governo del Marocco allo scopo di diffondere best practices ed idee sul modo migliore per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi .
Sesto, tutti i Paesi firmatari dovrebbero definire in modo chiaro i ruoli chiave dei propri sistemi nazionali energetici, agricoli e relativi all’utilizzo delle terre, al fine di attuare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Settimo, nell’attuare le politiche nazionali sull’utilizzo del suolo, i governi, le imprese e la società civile dovrebbero mirare a diversi obiettivi cruciali: porre fine alla deforestazione; ripristino dei terreni degradati; proteggere la biodiversità e gli ecosistemi e, soprattutto, rafforzare le popolazioni indigene che spesso sono custodi delle terre minacciate.
Ottavo, tutti i Paesi dovrebbero concordare in buona fede di collaborare per un adeguato Finanziamento per il Clima, con i Paesi ad alto reddito che onorino i propri impegni di lunga data nel fornire almeno 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 ai Paesi a basso reddito per finanziare la trasformazione energetica, il ripristino dei terreni, l’adattamento e la resilienza;
Nono, tutti i firmatari dovrebbero onorare l’impegno collettivo di implementare meccanismi internazionali su “Perdite e Danni”, e in particolare compensare i Paesi che stanno soffrendo a causa di eventi meteorologici e climatici estremi (tra cui ondate di calore, malattie epidemiche, l’aumento del livello dei mari, siccità, inondazioni, e cicloni tropicali estremi) legati ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
Decimo, tutte le parti interessate, compresi i governi, le imprese e la società civile, dovrebbero promuovere l’educazione dei giovani nel campo delle scienze e dei valori etici dello sviluppo umano integrale e dello sviluppo sostenibile. Tutti gli istituti di istruzione dovrebbero sforzarsi nell’aggiornare i curricula, i programmi di studio e di insegnamento per educare i giovani a queste grandi sfide.
FIRMATARI
Anthony Annett
Simona Beretta
Bruno-Marie Duffé
Sheila Kinsey, FCJM
Pierre Léna
Sean McDonagh, SSC
Tullio Pagano
V.Ramanathan
Jeffrey Sachs
Sonia Ehrlich Sachs
Marcelo Sánchez Sorondo
Andrea Stocchiero, FOCSIV
Pedro Walpole SJ
Stefano Zamagni
In occasione della consultazione comune organizzata dalla Accademia Pontificia delle Scienze e dal Consiglio Pontificio per Giustizia e Pace del Vaticano il 28 Settembre 2016