Le false soluzioni dell’agrobusiness
Fonte immagine Agribusiness false solutions (foei.org)
Ufficio Policy Focsiv – Di seguito riprendiamo la presentazione del rapporto Agro-industrie: Fausses solutions, vrais profits – rapport (foei.org), realizzato dagli Amici della Terra Internazionale, che ha analizzato come le grandi imprese agro-industriali stiano proponendo false soluzioni per affrontare i problemi del riscaldamento climatico rendendo i contadini sempre più dipendenti dai loro input e marginali nelle catene di valore.
L’agricoltura industriale e il sistema alimentare sono una delle principali cause del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, ed è responsabile della violazione dei diritti del lavoro, dei diritti umani e dei diritti delle popolazioni indigene.
Il rapporto “False Solutions, Real Profits – Agribusiness Tactics Unveiled” rileva la crescente consapevolezza delle comunità colpite, dei movimenti sociali, delle ONG e degli istituti di ricerca sugli effetti negativi dell’agribusiness su varie crisi, tra cui il degrado ambientale.
Evidenzia come l’agribusiness risponda riformulando la narrazione e la nostra comprensione dei problemi che genera. Le aziende esercitano un’enorme influenza finanziaria e politica sui governi, sulle organizzazioni filantropiche e persino sulle ONG, ideando e promuovendo false soluzioni che perpetuano l’agenda neoliberista vecchia di decenni.
La loro morsa sul processo decisionale, sulla governance e sui processi multi-stakeholder assicura che l’agribusiness adotti le sue false soluzioni: in questo rapporto, descriviamo le false soluzioni legate all’agribusiness e alcune delle caratteristiche che aiutano a identificarle.
Il rapporto mira anche a fornire informazioni su false soluzioni come la certificazione di sostenibilità e l’assenza di deforestazione, l’intensificazione sostenibile e l’agricoltura rigenerativa.
Questi esempi dimostrano che le risposte delle imprese alle attuali crisi climatiche e della biodiversità non riescono ad affrontare i problemi di fondo. Al contrario, promuovono un’ulteriore deforestazione, l’aumento delle emissioni di gas serra, le persistenti violazioni dei diritti umani e delle popolazioni indigene, e la concentrazione del potere economico e politico nelle mani di un numero sempre più ridotto di aziende.
La commercializzazione del carbonio con l’agricoltura rigenerativa
L’agricoltura rigenerativa (RA), inizialmente proposta dagli agricoltori per opporsi al modello industriale, è stata cooptata con successo dalle aziende come una delle loro false soluzioni.
La RA, insieme all’agricoltura “intelligente dal punto di vista climatico” (L’agricoltura intelligente peggiorerà la crisi climatica – Focsiv) e alle ‘soluzioni basate sulla natura’ (vedi No alle soluzioni basate sulla natura! – Focsiv), è la parola d’ordine tra le aziende agroalimentari che affermano di voler affrontare il loro contributo al cambiamento climatico e di raggiungere la “neutralità del carbonio”. Eppure l’agricoltura rigenerativa è semplicemente una continuazione del modello agroalimentare. È significativo che i settori dei pesticidi e delle biotecnologie generalmente si riferiscono all’agricoltura rigenerativa quando spingono i loro prodotti.
Uno dei principali fattori alla base dell’ascesa della RA come falsa soluzione è il potenziale di profitto offerto dai mercati di compensazione del carbonio (Dichiarazione della società civile sulle compensazione e sui crediti per la biodiversità – Focsiv). La maggior parte dei programmi aziendali di AR si concentra sul sequestro del carbonio da parte del suolo e degli alberi. L’obiettivo di questi programmi è quello di generare crediti di carbonio, che vengono venduti alle aziende o ai governi attraverso i mercati del carbonio.
Le compensazioni di carbonio consentono alle aziende produttrici di combustibili fossili e alle aziende agroalimentari di continuare a emettere gas a effetto serra, e persino di aumentare le loro emissioni, pagando altri per il sequestro del carbonio. La domanda è in aumento, visto che 82 Paesi e il 44% delle 2.000 aziende più grandi del mondo si sono impegnate per la neutralità del carbonio.
Ma la compensazione delle emissioni di carbonio è una truffa. Non riduce le emissioni totali, e ci sono lacune per il calcolo e la verifica della quantità di carbonio immagazzinata.