Le richieste di FOCSIV e CIDSE sui minerali dei conflitti oggi sul Financial Times.

Nell’ambito della campagna sui minerali dei conflitti, in cui FOCSIV è impegnata insieme a CIDSE ed altre organizzazioni, viene pubblicata oggi sul Financial Times l’inserzione per chiedere ai leader europei una regolamentazione obbligatoria su tutta la filiera produttiva dei minerali dei conflitti.
La negoziazione europea è giunta al rush finale; oggi si tiene l’incontro cruciale del trilogo in cui i leader europei discuteranno a porte chiuse sulla possibilità di dare un impronta vincolante alla normativa concernente l’attività delle imprese coinvolte nella produzione e commercio dei minerali. L’inserzione sull’importante quotidiano permette di dare una risonanza internazionale alle richieste di diverse organizzazione della società civile impegnate nella tutela dei diritti umani troppo spesso violati nelle aree di estrazione minerarie.
La pubblicazione sul Financial Times avviene pochi giorni prima dell’anniversario del voto del Parlamento Europeo che ha legiferato a favore di un approccio vincolante per tutti i soggetti operanti nella filiera dei minerali. Tuttavia il Consiglio europeo lo scorso dicembre si è espresso per un approccio volontaristico, indebolendo di fatto quanto stabilito in maniera progressista dal Parlamento europeo.
Per richiamare i leader europei al proprio senso di responsabilità, le organizzazioni della società civile hanno deciso di riportare le proprie richieste nella pubblicazione del Financial Times che segue:
“Cara Unione europea,
questo è un momento decisivo per mettere fine ai minerali dei conflitti.
Ad oggi i cittadini europei non possono essere sicuri che gli smartphone, le auto o gli altri prodotti hi-tech acquistati non siano stati fabbricati usando minerali associabili a violazioni dei diritti umani. Per affrontare questa questione, nel 2014 è stata proposta una Legge europea sui minerali dei conflitti, ed attualmente siamo alle negoziazioni finali. In questo cruciale momento, gli Stati europei devono dimostrare ai loro cittadini di sostenere una regolamentazione obbligatoria su tutta la filiera produttiva dei minerali dei conflitti. Il requisito vincolante è fondamentale per una legge che possa fare la differenza per le persone che vivono nelle aree di conflitto e per dare garanzie ai cittadini europei!
Giusto un anno fa Il Parlamento Europeo ha votato a favore di un regolamento efficace volto a contrastare il commercio dei minerali dei conflitti. Ma molti Stati europei stanno cercando di indebolire la proposta. La negoziazione finale è avvenuta a porte chiuse nella fase del trilogo durante la quale la proposta di legge è stata annacquata e resa quasi insignificante per le vittime di questo commercio insanguinato.
Se le proposte dei governi venissero adottate, la Legge europea cadrebbe ben al di sotto degli standard globali sui minerali dei conflitti così come di iniziative simili in Stati Uniti, Cina e vari Stati africani. L’Unione europea ha già dimostrato una leadership importante su molte altre tematiche come il cambiamento climatico, la protezione ambientale e sugli standard di sicurezza dei consumatori. E’ giunto il momento di dimostrare una forte leadership sui minerali dei conflitti!”
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