Le voci dell’Ecuador nel racconto dei volontari FOCSIV e dei soci della Federazione.

COMUNICATO STAMPA Roma 15 ottobre 2019
Le voci dell’Ecuador nel racconto dei volontari FOCSIV e dei soci della Federazione.
“La notizia del trovato accordo e una soluzione pacifica alle contestazioni e alle proteste che per 13 giorni hanno paralizzato il Paese, contestazioni nate tra il Governo di Lenín Moreno, la popolazione ecuadoriana ed i popoli indigeni che protestavano contro le misure economiche e di austerity a danno soprattutto dei più vulnerabili ci trova sollevati e fiduciosi verso le prossime settimane. Grazie al ruolo e alla pressione esercitata dalla Chiesa Cattolica, fortemente attiva in questo Paese, e anche dai rappresentanti dell’ONU una situazione oramai giunta allo stremo, tanto da far proclamare al Presidente lo stato di emergenza e a spostare la capitale da Quito a Guayaquil, da stanotte ha trovato un epilogo pacifico. – ha dichiarato Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIV – Siamo più sereni, soprattutto, per i nostri volontari cooperanti, FOCSIV e dei nostri soci CEFA, ENGIM, OVCI e FONTOV presenti da molti anni in Ecuador ed impegnati in progetti di cooperazione per lo sviluppo della popolazione indigena ed ecuadoriana.”
La rivolta è iniziata il 3 ottobre contro, soprattutto, il taglio dei finanziamenti statali che, da decenni, tengono bassi i prezzi del carburante; una misura di austerità decisa di conseguenza degli accordi presi con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che aveva previsto di fornire al Paese un credito di oltre 4 miliardi di dollari, da impiegare per risollevare l’economia del Paese. A fronte del condono da parte del Governo verso le grandi imprese e le multinazionali si è chiesto alla popolazione indigena enormi sacrifici.
I popoli indigeni in Ecuador rappresentano un quarto della popolazione e la maggior parte vive nell’area andina e in quella amazzonica. Le misure varate da Lenín Moreno andavano a colpirli in maniera pesante, togliendo loro i sussidi statali che hanno ricevuto, negli ultimi anni, per favorirne lo sviluppo.
L’inasprimento delle proteste indigene di questi ultimi giorni, in prima linea nel manifestare in favore di tutto il Paese, affinché si giungesse ad un dialogo con il Governo, che portasse a far derogare le misure economiche sfavorevoli e pesanti per loro e di rivolgerle verso la classe più agiata e le imprese.
Un obiettivo raggiunto nella giornata di ieri grazie a un Decreto che azzera i contributi per la benzina e costituisce una commissione mista per definire uno nuovo.
Andrea Cianferoni, Cooperante CEFA, Responsabile del Progetto “Cadenas de Valores”, attualmente si trova nella Capitale Quito quartier generale dei progetti della ONG in Ecuador. Insieme a colleghi e volontari vive in prima persona le mobilitazioni e ci racconta come “Da più di una settimana, nella capitale, si respira l’aria pesante causata dalla violenza e dalla repressione. Ancora non si ha un’idea di quanti sia i morti, mentre un centinaia di persone sono tuttora detenute.”
Il lavoro prosegue anche se con difficoltà o dall’ufficio oppure da casa, mentre le comunità rurali, beneficiarie dei progetti risultano irraggiungibili. Fabio Scotto Cooperante CEFA, Responsabile del Progetto “Juntos”, è rimasto bloccato nella Capitale per quindici giorni non ha potuto raggiungere la famiglia nel nord del Paese. Una volta a casa racconta “Le stazioni di servizio sono chiuse, benzina esaurita, il gas domestico non si trova più, le scuole e i negozi sono chiusi. Difficile uscire, difficile far finta di niente. Si permette l’apertura dei mercati a singhiozzo, per fare un po’ di scorte di frutta e verdura, di quello che c’è, non molto in verità, per tirare avanti insomma. Ho una figlia adolescente, che sta vivendo una grande esperienza di vita, suo malgrado.” Prosegue “Viviamo dei disagi nella nostra quotidianità e non sappiamo quando torneremo alla normalità, ma sappiamo che stiamo cambiando, che qualcosa di questi giorni ci rimarrà sempre dentro, e non saranno i disagi sofferti, ma i sacrifici di quelle persone che si mettono in gioco, che si battono e a volte danno la vita anche per noi, per il rispetto dei diritti di tutti e per darci la speranza di un futuro migliore, almeno per le nuove generazioni, per ridare dignità!”
FOCSIV dal 2002 è presente con un proprio coordinatore Paese, da un paio di anni Valentina Vipera responsabile volontari FOCSIV Ecuador, seguendo i progetti a favore della popolazione e dei popoli indigeni. Al telefono ci dice “Siamo preoccupati soprattutto per le comunità indigene del nord del Paese e difficile avere loro notizie e non riusciamo a inviare gli aiuti necessari. Gli spostamenti sono complessi, le strade sono bloccate, i mercati sono chiusi poiché scarseggiano i generi di prima necessità. Anche a Tena per la collega di ENGIM, Ylenia Torricelli, la situazione non è semplice, anche se meno preoccupante rispetto a Quito. Qui nella capitale manca l’acqua e il gas, ma siamo ancora ben organizzati con i viveri e abbiamo un certo margine di autonomia.”
Di fronte alla gravissima crisi che sta attraversando il Paese FOCSIV, CEFA, ENGIM, FONTOV e OVCI socie della Federazione, esprimono la loro profonda preoccupazione per il blocco delle attività sul campo e rivolgono un appello alle autorità ecuadoriane, così come a quelle italiane ed europee – tradizionalmente promotrici di iniziative di cooperazione con questo paese andino – affinché si metta in atto ogni sforzo per il rispetto delle comunità di indigene e della popolazione in generale a protestare il proprio dissenso verso le politiche governative, dentro il quadro costituzionale e legale vigente e nel rispetto dei diritti umani.
Ufficio Stampa FOCSIV – Volontari nel mondo
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