L’ESTRAZIONE MINERARIA IN PERU’
Foto: Impresa2030
Grazie alla Campagna “Impresa2030. Diamoci una regolata!”, di cui FOCSIV è tra i promotori, attraverso un osservatorio si raccontano e denunciano vicende di gravi violazioni di diritti umani e ambientali, fornendo dettagli sulle imprese protagoniste e, soprattutto, su come sarebbe potuta andare, se ci fosse stata una due diligence obbligatoria su ambiente e diritti umani.
Per ognuna delle storie viene ipotizzato un finale alternativo, senza morti, contaminazioni o ingiustizie. Non un mondo ideale ma una realtà possibile, se la direttiva europea attualmente in discussione andrà nella direzione giusta.
Uni dei casi studio raccontati è quello dell’impresa mineraria Cerra de Pasco, in Perù. La multinazionale svizzera Glencore, con l’impresa canadese Cerro de Pasco Resources Inc (CDPR), hanno a lungo sfruttato la miniera di Cerro de Pasco. Le loro attività causano impatti negativi sull’ambiente e la salute degli abitanti locali, soprattutto bambini, adolescenti e persone vulnerabili. Le famiglie di Cerro de Pasco si sono organizzate e sono entrate nella Plataforma Nacional de Afectados y Afectadas por Metales Toxicos. Hanno chiesto al governo di assicurare vivibilità e tutela della salute. Non hanno avviato, per ora, un contenzioso con le imprese per carenze di risorse e di vie giudiziarie adeguate.
Cosa sarebbe successo se invece ci fosse stata una due diligence obbligatoria in materia di ambiente e diritti umani? Quali vincoli avrebbe avuto Glencore?
Ve lo raccontiamo qui.