Libertà d’animo

Sei a Dodoma, in Tanzania. Sono qui ora e come per magia qualcosa dentro di me é cambiato.
Inizi a camminare tra la natura, tra distese di terra e degli alberi che sembrano dipinti. Il cielo sembra ti coccoli: “é così vicino! “. Il vento ti abbraccia, il sole ti scalda, la tua mente e la tua anima iniziano a vivere ancora più intensamente. La gente che ti circonda ti dà un’energia inspiegabile, rendendoti quasi inerme. Mentre stai camminando, incontri gente a cui non riesci a non sorridere, non riesci a lasciarli andare senza neanche un saluto.

Cammini, ti guardi intorno e intorno non c’è niente, ma è ricco: ci sono case costruite con cemento senza intonaco, ci sono delle piccole baracche, in alcune di queste ci sono le mamme o i papà con i loro figli che vendono pomodori, avocado, mango, banane, angurie. In altre ci sono solo bambini, penso giochino tra di loro. Più avanti ci sono uomini che lavorano con cemento e tegole di legno, poi arriva un odore inconfondibile: le pannocchie di mais arrosto con accanto il pilipili (miscela di spezie piccante) – ne mangerei a bizzeffe -. Vedi gente per strada che parla e ride. Vedi la signora della bottega che esce e va a parlare con le parrucchiere, gente che esce dai propri negozi per aiutare gli altri, gente senza scarpe che cammina sulla vera essenza della terra sotto i propri piedi, arricchendosi di vita, facendosi padrona del posto e di quello che sta vivendo. Mucche al pascolo che riempiono strade intere, mentre mangiucchiano qui e lì. Gente che ti ospita a casa, perché ci tiene a farti vedere la realtà in cui vive.
Io ho sempre educatamente declinato, tranne in rarissimi casi, per diffidenza personale. Tuttavia oggi camminando incontro la cuoca delle sisters, le suore che mi ospitano; loro la chiamano mamma wawili, che in swahili sta ad indicare il fatto che abbia due gemelli. Mi chiede dove io stia andando, le rispondo che sto solo camminando e lei mi dice “dai, vieni con me a casa e dopo ritorniamo” e non posso fare altro che accettare. Ah, ovviamente la conversazione è in swahili.

Mi porta nel posto in cui vive ed io rimango stupefatta, meravigliata. Questo posto mi trasmette buone energie, vibrazioni positive, mi attrae.
Provo a descriverlo con l’idea di trasmettere la mia sensazione, chiudete gli occhi e perdetevi nell’immaginazione. Ci sono case vicine, molto vicine tra loro e strade non asfaltate. Tanta gente per strada, bimbi che giocano con montagne di terra, che sembra dura, ma in realtà è morbidissima. Tutti si conoscono: adulti, bambini, anziani, gente davanti alle proprie case che lava i panni con un secchio d’acqua, donne che si spostano dalla propria casa in quella della loro vicina; tutti mi salutano. Arriviamo dai bimbi di mama wawili e subito mi vengono incontro, mi abbracciano, ridono e toccano i miei capelli.
Per loro è strano vedere una persona con i capelli così lunghi, qui li tengono molto corti ed hanno una consistenza diversa. Il mio cuore è pieno, la mia anima è nel suo posto, si sente a casa. La mia anima, come quella di tanti in questo posto, è libera.
Sì, qui c’è una libertà d’animo che raramente ho respirato.
Antoniana Losito, Casco Bianco a Dodoma, Tanzania con AUCI
foto dal sito auci.org