L’impegno del mondo cattolico in Siria, oltre gli aiuti umanitari, per una soluzione politica inclusiva
Il quinto incontro del Pontificio Consiglio Cor Unum sulla risposta umanitaria alla crisi nel Medio Oriente, svoltosi a Roma il 29 settembre 2016, ha riunito le principali diocesi e associazioni cristiane impegnate per l’alleviamento e la risoluzione di questa guerra. Lo scopo è stato quello di sviluppare una visione d’insieme sulla complessità della guerra e sulle risposte che essa esige, di scambiare conoscenza e di ascoltare i racconti di coloro che la vivono quotidianamente sul territorio, così come di immaginare azioni concrete di solidarietà e pace che possano alleviare le sofferenze delle popolazioni vittime della violenza.
La giornata è stata aperta da una audizione speciale con Papa Francesco, che ha testimoniato la sua giornaliera attenzione alla tragedia siriana e dell’area, a cui sono seguiti i lavori di approfondimento. L’incontro ha visto la partecipazione di Staffan De Mistura (inviato speciale dell’ONU per la Siria), Monsignor Giampietro dal Toso (Segretario di Cor Unum), Monsignor Mario Zenari (nunzio apostolico in Siria), Monsignor Alberto Ortega (nunzio apostolico in Iraq e Giordania), funzionari di Cor Unum, Caritas Internationalis e le diverse Caritas nazionali, agenzie cattoliche che intervengono nell’area, tra cui FOCSIV.
Dalle varie riflessioni sono emersi alcuni punti chiave: la risoluzione di questo conflitto non può avvenire a un livello meramente militare, altrimenti si creerebbe un vuoto di potere politico di cui approfitterebbero attori estremisti e il settarismo dominerebbe la società; fondamentale è invece che la transizione di governo avvenga ad un livello politico e diplomatico in cui le varie parti siedano al tavolo delle negoziazioni in modo consensuale, pronte a costruire una nuova Siria plurale, inclusiva e democratica. Benché in un contesto diverso e con altri tipi di attori e tensioni, la stessa strada vale per l’Iraq: la via della riappacificazione deve passare attraverso un processo di riconciliazione e, per arrivare ad una convivenza pacifica duratura, bisogna lavorare con tutte le minoranze.
Un altro elemento centrale è stata la criticità del momento (in cui il cessate il fuoco tra Stati Uniti e Russia era da poco collassato): si rischia di ricadere in una spirale di violenza drammatica, come di fatto gli eventi e i bombardamenti degli ultimi giorni ci confermano. Tuttavia bisogna far sì che l’attenzione della comunità internazionale, dell’opinione pubblica e dei donatori non si assuefaccia a questa tragicità, che si continui ad occuparsi delle loro sofferenze, senza cadere nell’indifferenza e nell’abbandono delle vittime.
Nonostante la scarsità delle risorse finanziarie degli aiuti umanitari, il mondo cattolico fa molto per aiutare quanto possibile i civili: solo nel 2015 sono stati stanziati più di 207 milioni di dollari che sono stati utilizzati primariamente per aiuti alimentari, secondariamente per programmi d’istruzione e successivamente per assistenza sanitaria, fornitura di beni non alimentari e per pagare alloggi e affitti.
Per una versione più dettagliata della riunione, leggere il resoconto dell’incontro.