Lo 0,70 per cooperazione italiana? Si, forse …
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Ufficio Policy Focsiv – Riprendiamo qui i principali messaggi che sono emersi nell’incontro dal titolo “La cooperazione italiana allo sviluppo alle soglie del 2024: impegni attuali e iniziative future, tenutosi lunedì 11 dicembre 2023, presso la sede dell’Istituto Affari Internazionali (IAI). Dopo i saluti di apertura da parte di Ettore Greco, Vicepresidente Vicario IAI e Responsabile del programma Multilateralismo & Governance Globale, ha preso parola per il keynote speech il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Edmondo Cirielli per presentare e discutere lo stato attuale della cooperazione italiana allo sviluppo.
La prima direttrice suggerita dal Vice Ministro è quella di “valorizzare il lavoro straordinario delle OSC, le organizzazioni della società civile, recuperando progressivamente un ruolo bilaterale per l’Italia”. Un riferimento, il suo, agli equilibri e alle priorità negli stanziamenti dei fondi del settore.
“Negli anni i governi italiani hanno privilegiato il sostegno alla cooperazione sul piano multilaterale” ha sottolineato Cirielli. “Circa il 70% delle risorse sono andate al sistema Onu e ad altre organizzazioni sovranazionali, mentre solo il 30% all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e alle nostre organizzazioni della società civile”. Secondo il vice-ministro, il lavoro delle OSC è invece qualificante. “Le nostre organizzazioni sono uno strumento fondamentale perché fanno un lavoro straordinario, con un’ottica disinteressata tesa a rispettare gli impegni dell’Agenda 2030“, infatti “i nostri operatori sul campo sono riconosciuti e danno una credibilità straordinaria all’Italia”.
La tesi è che “altri Paesi finiscono per monopolizzare il sistema delle Nazioni Unite e per governarne anche i flussi finanziari e gli indirizzi”. Secondo Cirielli, allora, “bisogna valorizzare la struttura italiana, con il sistema delle OSC, delle università, del settore pubblico, con aziende come l’Eni, o delle grandi realtà private”. Il vice-ministro ha sottolineato: “possono essere un volano formidabile della nostra politica estera perché il nostro modo di fare non è né arrogante né imperialista e soprattutto in Africa rappresenta una chiave vincente”.
Il riferimento è anche al Piano Mattei, l’iniziativa per il continente che il governo guidato da Giorgia Meloni presenterà nel 2024. “Si tratta di una serie di intendimenti che di fatto si stanno già concretizzando” ha detto Cirielli: “Nel 2022 era destinato al continente il 39% delle risorse della cooperazione, mentre quest’anno si è già arrivati al 60%”. Dal punto di vista della cooperazione si sta già facendo qualcosa, “abbiamo chiesto a Cassa Depositi e Prestiti (CDP)di focalizzare i suoi interventi verso l’Africa, oltre 500milioni di euro”. Inoltre “abbiamo aperto un bando eccezionale pari a 180 milioni di euro per iniziative in cui l’85% deve essere destinato ai Paesi Africani”. Il Vice Ministro ha continuato affermando che grazie al Piano Mattei si vogliono valorizzare: l’educazione, le infrastrutture e soprattutto il capitale umano. Altri impegni del governo verso la cooperazione sono: il bando sulle minoranze cristiane, sull’emergenza in Ucraina e un rinnovato impegno verso i Balcani Occidentali.
“Per la prima volta – continua Cirielli – è partito il Fondo Clima grazie alla collaborazione tra CDP, Ministero dell’Ambiente e degli Esteri, di cui il 70% sarà per l’Africa”.
“Il crescente peso nei fora multilaterali di tutti i Paesi che non hanno regimi democratici come i nostri è una grande sfida per il mondo occidentale”. Secondo Cirielli, a livello globale “la sfida non deve essere vinta con una prova muscolare”. Decisiva in questo senso, ha detto il vice-ministro, potrebbe rivelarsi “la capacità degli italiani di dialogare in un’ottica di de-escalation pur restando fermi sul tema dei diritti”.
Nel suo intervento Cirielli ha parlato di Cina e Russia come di “avversari sistemici”. Il confronto con Pechino e Mosca, che si sarebbe manifestato anche “nelle ultime votazioni all’Onu”, ha, secondo il vice-ministro, al centro il “tema dei diritti globali”.
Alla domanda posta da Ivana Borsotto, portavoce della Campagna 070, sulla possibilità che trovi ascolto e riconoscimento all’interno di questa Legge di Bilancio un provvedimento normativo che possa garantire in modo graduale ma vincolante il raggiungimento dello 070 entro il 2030 da parte del nostro Paese, il Vice Ministro si è dimostrato positivo.
“Credo molto nell’Agenda 2030 e all’obiettivo strategico del raggiungere lo 0,70%. Ci credo anche per quello che abbiamo appena visto dall’indagine IAI-LAPS 2023 del Prof. Isernia; più della metà della popolazione italiana si fida della cooperazione allo sviluppo”. “In questo anno nel mio ruolo di Vice Ministro – continua Cirielli – ho avuto modo di scoprire maggiormente e più intensamente il mondo delle OSC e del loro operato. Sono un uomo di destra e di solito nelle realtà delle OSC vi è spesso una militanza di sinistra, ma lo dico in maniera positiva, nel senso che non bisogna avere nessun pregiudizio e soprattutto fare spesso dell’autocritica. Perché tutto l’operato delle OSC è di grande rilevanza, ma soprattutto è giusto moralmente perché fa sentire meglio chi lo fa. Se ti senti meglio, e con il tuo operato fai star meglio anche gli altri, diventi inevitabilmente una persona migliore”.
Dal punto di vista dei finanziamenti, il Vice Ministro afferma che “il problema non è il fatto che non ci siano i soldi, ma è come vengono spesi. Negli ultimi 20 anni infatti, si arriva ad avere molti residui che alla fine si riallocano in maniera sbagliata, dando un po’ all’ONU, alla FAO ecc… È necessaria una buona programmazione, perché grazie alle nostre OSC, che sono delle “macchine da guerra”, potremmo essere in grado di spendere tutto e soprattutto spenderlo meglio”.
“Tornando alla domanda di Ivana – continua Cirielli – si può fare un impegno normativo sullo 0,70%? Sì si può anche fare, possiamo sicuramente rafforzare l’impegno parlamentare, però dobbiamo ricordarci che la finanziaria deve stabilire numerose priorità”. Citando questo il Vice Ministro ha ricordato che “l’Italia ha un debito pubblico che negli ultimi 10 anni è aumentato del 40%”, pertanto bisogna tenere in considerazione anche questo fattore.
L’intervento si è concluso con la volontà di “mantenere l’impegno normativo con un incremento costante verso l’obiettivo dello 0,70%”, sottolineando che “il Governo da quando si è insediato non ha tolto niente alla cooperazione, che reputa di estrema importanza”.