Lo sfruttamento dei migranti nel caporalato
Decine di migliaia di migranti sono sfruttati ogni anno sui campi agricoli dal sistema del caporalato. I migranti lavorano dalla mattina alla sera per pochi euro, vivendo in baraccopoli senza servizi igienici. I caporali in accordo con imprenditori senza scrupoli morali sfruttano i lavoratori in un sistema che va a vantaggio della grande agroindustria e distribuzione. Questo è il tema del caso studio svolto dalla Focsiv nel progetto Volti delle Migrazioni, che potete scaricare qui.
Nonostante la legge italiana contro il caporalato sostenga controlli, operazioni di protezione e sostegno ai lavoratori, gli sforzi sono ancora insufficienti. Più investimenti dovrebbero essere dedicati a rafforzare i servizi e la regolarizzazione del lavoro. La società civile oltre all’assistenza sta creando circuiti alternativi di produzione e distribuzione, come ad esempio per la passata di pomodoro. Ma dovrebbero essere emanate leggi per ridurre la concentrazione di potere nelle filiere del cibo. E l’Unione europea dovrebbe rivedere la sua politica commerciale e rafforzare la cooperazione per consentire lo sviluppo rurale nei paesi di origine dei migranti, riducendo quindi le pressioni alla migrazione.
Non può esistere sviluppo sostenibile senza protezione e promozione del lavoro dignitoso (obiettivo di sviluppo sostenibile numero 8) e trasformazione dei modelli di produzione e consumo (obiettivo di sviluppo sostenibile numero 12) nel rispetto dei diritti del lavoro. L’Unione europea e gli stati membri sono chiamati a fare molto di più. Il nuovo schiavismo deve terminare.
The exploitation of migrants in the master gang system
Tens of thousands of migrants are exploited every year on agricultural fields by the master gang system (caporalato). Migrants work from morning to night for a few euros, living in shantytowns without sanitary facilities. The corporals in agreement with entrepreneurs without moral scruples exploit the workers in a system that benefits the large agribusiness and distribution. This is the theme of the case study carried out by Focsiv in the Faces of Migration project that you can download here.
Despite the Italian law against caporalato, for controls and operations to protect and support workers, efforts are still insufficient. More investment should be dedicated to strengthening services and the regularization of work. Civil society, in addition to assistance, is creating alternative circuits of production and distribution, such as tomato puree, but laws should be enacted to reduce the concentration of power in the food supply chains. And the European Union should review its trade policy and strengthen cooperation to allow rural development in the countries of origin of migrants, thus reducing pressures to migrate.
There can be no sustainable development without protecting and promoting decent work (Sustainable Development Goal number 8) and transforming production and consumption patterns (Sustainable Development Goal number 12) while respecting labor rights. The European Union and its member states are called upon to do much more. The new slavery must come to an end.