L’uso dei fondi europei per la gestione delle frontiere – 1
Fonte immagine Le frontiere esterne si stanno rafforzando con i fondi Ue (eunews.it), credits a Philippe Huguen Afp.
Ufficio Policy Focsiv – Nel quadro della attenzione di FOCSIV verso il tema migratorio (La spesa globale per il controllo delle frontiere – Focsiv), abbiamo tradotto qui di seguito la prima parte dell’executive summary della ricerca condotta da ECRE e PICUM sull’utilizzo dei fondi europei per costruire letteralmente la fortezza europea contro le migrazioni, scaricabile da QUI
Seguirà la seconda parte in prossimo articolo.
Lo studio fornisce un’analisi critica dell’uso delle risorse dell’UE disponibili nell’ambito dello Strumento per la gestione delle frontiere e dei visti (BMVI) per gli Stati membri dell’UE. L’analisi riguarda i 24 programmi nazionali disponibili pubblicamente – esclude i programmi di Lettonia e Germania, che non erano disponibili al pubblico, e dell’Irlanda, che non partecipa allo strumento. L’analisi indaga sull’uso del BMVI per le attività di gestione delle frontiere da parte degli Stati membri e fornisce una valutazione dell’efficacia del fondo, anche evidenziando le aree di potenziale uso improprio dei fondi UE. Inoltre esamina i meccanismi di monitoraggio e valutazione e analizza le salvaguardie esistenti, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali nelle attività finanziate dall’UE alle frontiere.
Il primo capitolo fornisce una panoramica delle risorse BMVI e una ripartizione delle diverse categorie di spesa e modalità di finanziamento. Analizza inoltre le tendenze nell’allocazione delle risorse negli Stati membri, compresi i confronti con il precedente Quadro Finanziario Pluriennale (QFP).
I risultati principali includono: una tendenza all’aumento delle risorse per la gestione delle frontiere per tutto il periodo 2021-2027. Nel 2023, a seguito di una revisione intermedia, la Commissione europea ha aumentato il budget disponibile per il BMVI di 1 miliardo di euro (un aumento del 16% rispetto alla dotazione originaria)
L’approvazione del Patto dell’UE sulla migrazione e l’asilo aumenterà probabilmente anche i fondi a disposizione del BMVI e all’AMIF (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) di 600 milioni di euro all’anno a partire dal 2027.
In linea con il Regolamento sulle disposizioni comuni (CPR), che consente il trasferimento di risorse da un fondo all’altro, lo studio ha rilevato che la Grecia ha ricevuto altri 620 milioni di euro da altri strumenti di finanziamento del CPR. Di conseguenza, la Grecia è il Paese che ha ricevuto il maggior ammontare di risorse in termini assoluti, più di 1 miliardo di euro, pari a circa un quarto delle risorse totali dell’UE disponibili per i programmi nazionali nell’ambito del BMVI per il periodo 2021-2027
Più risorse UE a disposizione degli Stati membri rispetto al precedente Quadro finanziario pluriennale (QFP). Lo studio rileva inoltre che le risorse a disposizione degli Stati membri per la gestione delle frontiere sono aumentate del 45% rispetto al precedente QFP (per il periodo 2014-2020). Un aumento sostanziale di bilancio è stato registrato in cinque Paesi: Germania (+ 103%), Grecia (+ 171%), Lettonia (+ 196%), Slovenia (+ 141%) e Svezia (+ 100%). Tuttavia, le assegnazioni ad altri Paesi al confine esterno dell’UE, come Cipro e Malta, sono state ridotte rispettivamente del 14% e del 56%.
Gli Stati membri danno principalmente priorità alle azioni con il tasso di finanziamento standard dell’UE (75%). Tra le azioni che possono essere sostenute nell’ambito del BMVI, lo studio rivela che gli Stati membri stanziano principalmente fondi per le attività per le quali il 75% dei costi può essere coperto dai fondi dell’UE (con il contributo dello Stato membro al 25%). Le attività in cui si applica questo tasso di finanziamento rappresentano il 56% del programma nazionale. Le priorità considerate più importanti sono incluse nell’Allegato IV del Regolamento BMVI e possono essere finanziate fino al 90% dal bilancio dell’Unione. Queste rappresentano il 4% dei programmi nazionali.
Le misure di questa categoria includono l’acquisto di attrezzature operative per Frontex, il dispiegamento di ufficiali di collegamento per l’immigrazione nei Paesi terzi, e misure per aumentare la capacità di fornire assistenza alle persone in difficoltà in mare e per sostenere le operazioni di ricerca e salvataggio (SAR) nel contesto della sorveglianza delle frontiere in mare.
L’analisi mostra inoltre che la Commissione europea ha finora erogato ulteriori 219 milioni di euro ai programmi nazionali attraverso azioni specifiche (7% dei fondi dei programmi nazionali) per sostenere l’acquisto di attrezzature tecniche necessarie a Frontex, lo sviluppo di sistemi informatici su larga scala e l’interoperabilità di tali sistemi. Queste azioni sono coperte al 100% dal bilancio dell’Unione