Migrazioni e sicurezza: dov’è la coerenza con lo sviluppo?
Concord Europe con la sua task force sulle migrazioni ha presentato un documento di critica all’Unione europea per la grave incoerenza tra quanto sta facendo con la politica migratoria rispetto agli impegni presi per lo sviluppo dei paesi impoveriti. In particolare Concord Europe denuncia l’approccio globale sulle migrazioni e la mobilità, e l’Agenda europea sulle migrazioni, perché sono focalizzate sulla sicurezza e non sui diritti umani dei migranti e perché non legano i loro diversi assi ai fini dello sviluppo. Nei Partenariati per la Mobilità non vi sono impegni sostanziali per l’apertura di canali regolari di migrazione, mentre numerose iniziative sono dedicate alle gestione dei flussi per motivi di sicurezza.
La cooperazione allo sviluppo, tra cui il recente Piano de La Valletta per l’Africa, rischia di essere strumentalizzata e di far divergere le sue scarse risorse verso il controllo delle frontiere e la limitazione delle migrazioni verso l’Europa. Risorse che peraltro sono ampiamente insufficienti rispetto ai bisogni dei paesi africani. Gli obiettivi della nuova agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che prevede la concretizzazione di politiche eque e sicure sulle migrazioni, non sono tradotti nella politica europea. Viceversa si sta tentando di porre condizioni all’aiuto imponendo accordi per il rimpatrio.
Altra incoerenza riguarda la preferenza che si dà alle immigrazioni di persone con alte competenze per favorire il mercato del lavoro e la competitività europea, a danno della migrazione di persone con minori abilità che invece sono quelle che più hanno bisogno di muoversi portando importanti benefici per le famiglie che rimangono nei paesi di origine attraverso le rimesse. La fuga dei cervelli e di competenze dai paesi impoveriti, in particolare nel settore sanitario, indebolisce ancor di più i loro già fragili sistemi di welfare.
Nel dibattito che ha seguito la presentazione del documento, i rappresentanti della Commissione hanno difeso il loro operato sostenendo che la cooperazione allo sviluppo non è strumentalizzata a favore della sicurezza, che sta puntando sull’affrontare le cause profonde alla radice delle migrazioni, e che occorre riconoscere come il controllo delle frontiere sia una prerogativa degli stati nazionali e come quindi l’Unione non possa esimersi dal sostenere questo compito sempre nel rispetto dei diritti umani. La questione più critica è quella dei conflitti e delle crisi che si protraggono per decenni, dove l’emergenza umanitaria si deve legare allo sviluppo delle comunità locali. D’altra parte la Commissione è molto critica verso i paesi membri per la loro inadempienza degli impegni presi, che mette a rischio non solo la governance delle migrazioni ma soprattutto i valori e il motivo d’essere dell’Unione europea.
Il problema di fondo è la disunione dell’Unione: gli stati membri sono divisi, frammentati e orientati verso politiche di chiusura che danneggiano i rapporti con i paesi vicini e i diritti dei migranti. L’attuale stato di emergenza è una sfida ma anche una opportunità per ricostruire una Unione europea più solida, coesa e aperta. Un obiettivo per il quale le organizzazioni della società civile hanno un grande compito da realizzare attraverso il cambiamento delle percezioni dell’opinione pubblica e la trasformazione delle decisioni politiche dal livello nazionale a quello europeo.
Di Andrea Stocchiero, policy officer FOCSIV e coordinatore gruppo migrazione e sviluppo della piattaforma italiana di Concord
Scarica il policy paper di Concord Europe Migration and development. Coherence for migration and security. And what about development?