RISCALDAMENTO GLOBALE: PERCHÉ NON POSSIAMO PIÙ ATTENDERE?
L’aumento della temperatura del pianeta e gli effetti devastanti del cambiamento climatico. Sono i temi “caldi” degli ultimi giorni, diverse sono state le notizie concomitanti: la pubblicazione del rapporto sul clima dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu); il premio Nobel per l’economia a William Nordhaus, tra i primi a studiare la connessione tra economia e cambiamenti del clima; la diffusione di un dossier degli scienziati di Isac-Cnr sul clima italiano: il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1800, con un +1.5°C gradi sulla colonnina del termometro rispetto alla media.
In questi giorni a prospettare scenari apocalittici per il futuro (anche a breve termine) non è una fake-news circolata sul web e tra i social network ma lo studio di ben 91 scienziati provenienti da 40 diversi paesi del mondo che hanno lavorato al rapporto IPCC. In estrema sintesi quello che è emerge è chiaro: se i livelli di emissioni di gas serra rimarranno gli stessi di oggi e non saranno ridotti (come promesso con l’Accordo di Parigi alla COP21 del 2015) la temperatura del pianeta potrebbe oltrepassare la soglia di 1.5 °C gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Le conseguenze ricadrebbero direttamente sui ghiacciai del Polo Nord, sui livelli del mare, sull’agricoltura e la sicurezza alimentare senza contare diversi altri fenomeni tra cui le migrazioni ambientali, con migliaia e migliaia di persone costrette a lasciare la propria terra.
La rotta tracciata dal rapporto IPCC per evitare il clima fuori controllo è quella che guarda all’investimento su energie rinnovabili ed una economia che abbandoni i combustibili fossili.
E proprio per questo che si battono i pellegrini di In Cammino per il Clima, la tratta italiana del pellegrinaggio Roma-Katowice organizzata da FOCSIV–Volontari nel mondo insieme a partner internazionali in vista della Conferenza Onu sul Clima che si terrà a dicembre in Polonia. Il pellegrinaggio è partito lo scorso 4 ottobre da piazza San Pietro a Roma con a capo della delegazione Yeb Sano, ex ministro dell’Ambiente ed ex negoziatore delle Filippine. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza, con l’aiuto di associazioni e parrocchie, sugli effetti del cambiamento climatico parlando alla società civile e alle scolaresche, accendendo i riflettori su un tema così importante.
Il commento dello scienziato del clima e testimonial di In Cammino per il Clima Antonello Pasini. “Il messaggio che mi sembra di cogliere è che dipende ancora una volta tutto (o quasi) da noi. Il rapporto, leggendolo ovviamente anche nella parte più tecnica, dà parecchi strumenti in mano ai politici e ai negoziatori che si incontreranno a Katowice il prossimo dicembre, pur non nascondendo le difficoltà. Il cammino ovviamente non è semplice. La conversione economico-ecologica richiede soprattutto volontà e visione strategica. Gli scienziati del clima hanno dato il loro contributo. D’altro canto molti si stanno muovendo verso questi obiettivi, e non solo metaforicamente. Vedremo presto se il mondo riuscirà a far fronte efficacemente a questa sfida… Il tempo appare davvero poco”. (Leggi l’analisi completa di Pasini sul blog Il Kyoto fisso)
Il commento del meteorologo e testimonial di In Cammino per il Clima Luca Lombroso. “Gli effetti dei cambiamenti climatici, la cui causa è ulteriormente confermata nelle attività umane, non sono lineari. Con un riscaldamento di 1.5°C ci sarebbe una perdita del 6-8% delle specie viventi, a 2°C, si arriverebbe al 16-18%. L’innalzamento globale del livello del mare sarebbe inferiore di 10 cm con il riscaldamento globale di 1.5 ° C rispetto ai 2 ° C. Il tempo sta scadendo: il rapporto, che individua come “preindustriale” il periodo 1850-1900, sottolinea che al ritmo attuale di aumento delle temperature la soglia di 1.5°C sarà superata prima del 2040”. (Leggi l’analisi completa di Lombroso su meteo.net)
Leggi la nota di Cisde sul rapporto Ipcc