OCSE/DAC. AOI: Il dato sulla crescita italiana non è attendibile
Nonostante nel 2011 – stando ai dati resi noti in questi giorni dal Dipartimento Cooperazione dell’OCSE che monitora l’Aiuto per lo Sviluppo dei paesi donatori (OCSE/DAC) – l’Italia registri una crescita del 33% rispetto al 2010, le preoccupazioni per il futuro della cooperazione aumentano.
Il Presidente dell’AOI Gianfranco Cattai smorza così l’entusiasmo per la notizia della crescita italiana spiegando come questo lieve aumento “si deve solo alla contabilizzazione delle operazioni di remissione del debito, alla concessione di crediti d’aiuto e agli interventi di emergenza per i rifugiati rivolti ai Paesi del vicino Mediterraneo finanziati attraverso fondi arrivati in Italia tramite le agenzie internazionali, erogati per esempio in occasione dei recenti conflitti in nord Africa”.
In pratica si tratta di “dati falsati da quel meccanismo che da diversi anni definiamo contabilità creativa che determina una falsa crescita del nostro paese, come del resto sottolinea anche il Rapporto OCSE. In questo modo i Paesi in via di sviluppo vengono colpiti due volte: prima per la crisi economica che stanno subendo per colpa dei paesi del Nord, e secondo per gli effetti degli aiuti mancati”.
A fare aumentare la preoccupazione, anche la lettura complessiva dei dati 2011 OCSE/DAC che registrano un crollo globale del -3,3% a causa della crisi economica e un calo complessivo dei paesi donatori dell’Unione europea che scende del 6,4% rispetto al 2010.
“Purtroppo è quello che ci aspettavamo. Da qui le nostre preoccupazioni per il futuro della cooperazione nonostante, guardando la tabella, l’Italia sembri rientrare tra i pochi paesi che hanno registrato un lieve miglioramento”.
Per approfondimenti guarda la TABELLA con i dati integrali