Oltre 700 gruppi della società civile chiedono soluzioni reali per il clima, non promesse “net zero”
Glasgow – Con l’inizio dei colloqui globali sul clima in Scozia, 725 gruppi di quasi 100 paesi, tra cui la FOCSIV con CIDSE, chiedono ai governi e alle principali istituzioni internazionali di porre fine alle vuote promesse “Net Zero” e di impegnarsi in azioni specifiche, ambiziose e immediate per portare le emissioni e la produzione di combustibili fossili a un vero Zero, in linea con la scienza e l’equità.
La dichiarazione congiunta della società civile arriva mentre molti governi si incontrano alla COP26, pubblicizzando promesse di Net Zero basate su obiettivi di riduzione delle emissioni verso metà secolo, trucchi di contabilità sul conteggio del carbonio basati sulle compensazioni, e tecnologie illusorie e pericolose come la cattura del carbonio, l’idrogeno blu e la bioenergia. Tali impegni, dice la dichiarazione, mascherano l’inazione climatica e forniscono una copertura per la produzione di combustibili fossili “business-as-usual”, che significa distruzione planetaria.
“Il massiccio sostegno globale a questa chiamata all’azione è la prova che la gente ha consapevolezza degli stratagemmi che i governi usano per rimandare il cambiamento reale e sostenere le industrie inquinanti nel perseguimento di un lontano ‘net zero'”, ha detto Nikki Reisch, direttore del Programma Clima ed Energia al Centro per il Diritto Internazionale Ambientale. “Ci rifiutiamo di applaudire gli sforzi incauti di ‘aggiustare’ i combustibili fossili piuttosto che abbandonarli per fonti rinnovabili più sicure e collaudate, o di fingere che possiamo scambiare riduzioni ‘qui’ per emissioni ‘là’, quando abbiamo bisogno di trasformazione ovunque”.
“Con così tanti piani che si basano pesantemente sulla compensazione delle emissioni di carbonio”, ha detto Teresa Anderson, coordinatrice delle politiche climatiche per ActionAid International, “gli obiettivi di Net Zero probabilmente porteranno a devastanti accaparramenti di terre nel Sud del mondo, minacciando i diritti e la sicurezza alimentare di donne, piccoli agricoltori e comunità indigene”.
Le oltre 700 organizzazioni firmatarie per i diritti umani e ambientali, i movimenti sociali, i popoli indigeni e i gruppi di comunità locali di tutto il mondo chiedono agli Stati di:
– Limitare le emissioni alla fonte, eliminando gradualmente i combustibili fossili, l’agricoltura industriale, la plastica e altre industrie inquinanti;
– Rifiutare pericolose distrazioni, come l’idrogeno e la cattura e lo stoccaggio del carbonio, e le compensazioni di carbonio, che radicano l’economia fossile ed esacerbano i rischi;
– Investire nella trasformazione, sostituendo le infrastrutture dei combustibili fossili e i sistemi alimentari industriali, e reindirizzando i sussidi ai lavoratori e alle comunità;
– Proteggere e ripristinare gli ecosistemi, non per mercificare e commerciare il carbonio che contengono, ma per rispettare e sostenere le vite e i mezzi di sussistenza;
– Sostenere soluzioni locali, promuovendo alternative indigene e gestite dalle comunità, assicurando la sovranità alimentare e garantendo lavoro e mezzi di sussistenza; e
– Garantire la responsabilità, facendo pagare gli inquinatori per i loro danni e prevenendo i danni futuri, e assicurando che i maggiori responsabili delle emissioni storiche di gas serra si muovano per primi e più velocemente per ridurre le emissioni, e aumentare i finanziamenti per i paesi a basso reddito più duramente colpiti dall’emergenza climatica.
“La leadership climatica non sarà misurata tra decenni”, avverte la dichiarazione, “ma piuttosto dal ritmo e dalla portata delle azioni concrete e a breve termine intraprese oggi”.
“Siamo preoccupati che i paesi ricchi e le corporazioni inquinanti spingano avanti ‘false soluzioni’ alla COP26”, ha detto Dipti Bhatnagar, Coordinatore per la giustizia climatica e l’energia di Friends of the Earth International, in Mozambico. “Le parole continuano ad evolversi, ma i principi fondamentali e dannosi rimangono gli stessi. Rafforzano il potere delle imprese, sviano la responsabilità dei ricchi inquinatori storici e impediscono un’azione urgente ed equa sul cambiamento climatico”.
Come dice la dichiarazione, le soluzioni reali – non gli obiettivi “net zero” – sono essenziali per “rafforzare la resilienza, centrare la giustizia e sostenere le comunità in una transizione giusta ed equa verso un futuro senza fossili che assicuri diritti umani, mezzi di sussistenza, lavoro e un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile per le generazioni presenti e future”.
Leggi l’Appello globale per soluzioni reali, non Net Zero. Read the Global Call for Real Solutions, Not Net Zero.
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Cate Bonacini, press@ciel.org