Per un reale accesso universale ai vaccini
Dichiarazione dei direttori CIDSE
Come direttori di organizzazioni cattoliche di giustizia sociale, abbiamo ascoltato le testimonianze di prima mano delle comunità che soffrono le condizioni più dure della pandemia. Come molte altre organizzazioni per lo sviluppo e la salute, desideriamo richiamare l’attenzione sull’urgente necessità di un quadro etico ed efficace per la distribuzione globale dei vaccini. I decisori dei paesi ricchi hanno l’opportunità di migliorare la resilienza internazionale alle future pandemie per il benessere a lungo termine sia dei loro cittadini che delle persone più vulnerabili del mondo.
Il ritardo attualmente previsto e la scarsità di vaccini disponibili per i paesi del Sud del mondo e le loro popolazioni più povere, non è altro che uno scandalo internazionale. Probabilmente peggiorerà la povertà e la disuguaglianza, perpetuerà la vulnerabilità globale e alla fine ritarderà il superamento della pandemia. La monopolizzazione delle forniture di vaccini e dei brevetti da parte degli Stati più ricchi è una risposta miope alla crisi del COVID-19, che privilegia gli interessi egoistici rispetto alle vere soluzioni, e alla fine ci mette tutti in pericolo.
I produttori di vaccini avevano originariamente previsto la produzione di vaccini sufficienti per 1/3 della popolazione mondiale entro la fine del 2021. Ma la metà di questi vaccini sono stati prenotati da paesi ricchi che costituiscono solo il 13% della popolazione mondiale: 27 Stati membri dell’UE, USA, Regno Unito, Australia e Canada. Mentre i paesi più ricchi hanno le risorse per assicurarsi accordi bilaterali con le aziende farmaceutiche, solo il 10% delle persone nei paesi a basso reddito probabilmente riceveranno un vaccino quest’anno. Per fare un esempio, il membro di CIDSE, Trócaire, lavora in Somalia da oltre 30 anni ed è l’unico fornitore di assistenza sanitaria nel distretto di Gedo. Trócaire prevede di non poter ricevere alcun vaccino, nemmeno per medici, infermieri e ostetriche, fino all’anno prossimo.
In un mondo globalizzato, il virus e il suo impatto non potranno essere contenuti solo chiudendo le frontiere. Abbiamo già assistito all’interruzione delle catene di approvvigionamento globale a causa di focolai e misure di confinamento improvvise durante la prima ondata della pandemia. I lavoratori della catena di approvvigionamento e le popolazioni rurali e indigene sono in prima linea contro le nostre crisi globali, come popolazioni sfruttate ed emarginate che svolgono il lavoro essenziale – produrre beni, coltivare cibo e difendere gli ecosistemi – da cui dipende il nostro consumo quotidiano.
Le comunità povere dei paesi del Sud mantengono tutti in vita a fronte di un’enorme precarietà, con poche garanzie di un’adeguata assistenza sanitaria in caso di malattia. Come ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, “Se si permette al virus di diffondersi a macchia d’olio nel Sud globale, muterà ancora e ancora”. Se le comunità del Sud sono vulnerabili, siamo tutti vulnerabili.
Una proposta per una “deroga TRIPS” (una deroga all’accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale) all’Organizzazione mondiale del commercio, permetterebbe a tutti i paesi di aumentare e diversificare la produzione di vaccini. Tuttavia, i ricchi e potenti paesi del Nord – tra cui l’UE, gli USA, il Regno Unito e il Canada – hanno bloccato la deroga. La struttura finanziaria COVAX (COVID-19 Vaccines Global Access) che intende sviluppare e procurare una vasta gamma di vaccini per i paesi a basso reddito ha ancora un deficit di finanziamento di 22 miliardi di dollari.
In vista della prossima riunione del Consiglio TRIPS del 10-11 marzo, la CIDSE si unisce ad altre ONG mediche e di sviluppo, e alla voce del Vaticano, in un appello urgente per un uguale accesso globale ai vaccini. Un’iniziativa dei cittadini europei è in circolazione per mostrare la domanda dei cittadini per l’accesso universale ai vaccini. La rete CONCORD (di cui la CIDSE fa parte) ha recentemente scritto una lettera aperta al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per sollecitare l’UE ad approvare la deroga TRIPS, e Medici senza frontiere sta conducendo una campagna digitale a favore della deroga TRIPS.
Il lento arrivo dei vaccini nei paesi del Sud globale peggiorerà le condizioni di vita delle comunità vulnerabili e sfruttate. Le condizioni di confinamento in corso cancelleranno i mezzi di sussistenza e intrappoleranno ulteriormente le donne in lavori domestici oppressivi. Le misure di confinamento saranno anche una scusa continua per i regimi autoritari per opprimere la circolazione e la resistenza di certe popolazioni, e per approvare segretamente leggi per sequestrare territori naturali per l’estrazione di risorse naturali. Il lento arrivo dei vaccini nei paesi del Sud è anche probabile che impedisca ai movimenti del Sud di partecipare ai processi politici internazionali, come la COP26, oscurando ulteriormente la rappresentazione delle loro preoccupazioni per la crisi ecologica globale.
Anche se i vaccini fossero procurati o prodotti a livello nazionale, i paesi del Sud avranno difficoltà a distribuirli alle popolazioni rurali con scarse infrastrutture sanitarie. La cancellazione del debito globale del Sud libererebbe fondi enormi per il miglioramento dei sistemi sanitari nazionali per la distribuzione e migliori condizioni di assistenza isolata per i malati. Questo è imperativo per i paesi del Sud per prepararsi alla lotta a lungo termine contro il COVID-19 e future possibili pandemie.
Il vaccino rimane uno strumento essenziale per mitigare l’attuale pandemia e salvare vite, ma non è una panacea. L’origine zoonotica del virus è un sintomo del nostro rapporto malsano con la natura. La disuguaglianza sistemica rafforzata dalla risposta politica alla crisi del COVID-19 dimostra una mancanza di solidarietà internazionale. La complessità delle catene di approvvigionamento globale per i beni essenziali è una fonte continua di vulnerabilità nazionale e di ulteriori crisi caratterizzate da abuso del lavoro e distruzione ambientale. Al di là delle decisioni sui vaccini, il nostro appello è quello di continuare a spingere le istituzioni e i decisori ad agire con integrità e principio verso una ripresa giusta per tutti: che assicuri il benessere di tutte le nostre sorelle e fratelli, specialmente quelli che rischiano di più e hanno meno possibilità di essere ascoltati.
Per informazioni:
Si veda intera lista delle firme dei direttori in CIDSE’s website
Media contact: Valentina Pavarotti; pavarotti@cidse.org.