Per una cooperazione internazionale politica, ricostruendo il quadro multilaterale
Fonte immagine: Present-day World Needs to Uphold and Rebuild Multilateralism – He Yafei – CHINA US Focus
Ufficio Policy Focsiv – L’8 maggio si è tenuta la conferenza “Verso il Summit sul futuro. Cooperazione internazionale, multilateralismo, società civile.” Organizzata da ASviS nel quadro del Festival sullo sviluppo sostenibile assieme al progetto Generazione Cooperazione con capofila FOCSIV finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Focsiv & ASviS – Verso il Summit sul futuro – ECG Project).
Molto interessante il panel dedicato al ruolo della cooperazione allo sviluppo, da cui sono emersi importanti messaggi qui selezionati.
Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali, ha evidenziato la deriva delle relazioni internazionali che dietro alla maschera del Partenariato tra pari, ad esempio tra Europa ed Africa, nasconde un approccio “transazionale” ovvero di mero scambio di interessi: soldi in cambio di risorse o di contenimento dei flussi migratori. Questo squalifica il concetto di politica estera fondato sulla costruzione di principi comuni, come il rispetto dei diritti umani e delle culture dei popoli, e la difesa di beni supremi come la pace, la giustizia e oggi il clima. Principi e beni su cui si dovrebbe attivare un maggiore dialogo e condizionalità.
A proposito del partenariato, Loretta Maffezzoni, dei giovani del progetto Generazione Cooperazione, ha evidenziato come esso risulti ipocrita e come occorra chiamare le cose con il loro nome. La politica estera e la sua cooperazione dovrebbe essere basata innanzitutto su valori condivisi e sul riconoscimento delle responsabilità dei paesi ricchi sugli squilibri esistenti, sulle disuguaglianze, e quindi della necessità di operare una importante redistribuzione finanziaria.
A tal proposito Jairo Agudelo Taborda, dell’Univeristà del Norte in Colombia, dopo aver indicato come sia importante adottare un approccio di cosmo-visione sulle relazioni e fenomeni internazionali (si pensi alla questione climatica, alla biodiversità, e in generale ai beni comuni globali), rilancia una proposta politica latinoamericana rivolta ai paesi ricchi, quella dello scambio tra protezione della natura e annullamento del debito: l’America Latina si impegna a proteggere l’Amazzonia e la grande biodiversità del suo continente per l’umanità del pianeta, e per questo impegno i paesi ricchi sono chiamati ad annullare i loro crediti.
Arthur Muliro, del Society for International Development, sottolinea che nel dialogo tra Europa ed Africa dovrebbe esserci più conoscenza e rispetto, più riconoscimento delle aspirazioni e desideri delle comunità africane e in particolare dei giovani. Aspirazioni che dovrebbero essere al centro del partenariato e di uno strumento come il Piano Mattei.
Dare significato di politica estera alla cooperazione allo sviluppo, rendendo effettivamente operativi gli strumenti esistenti, con una definizione di tappe e risorse. Questo il messaggio di Lia Quartapelle, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera. Tappe da percorrere per arrivare allo 0,7% del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo. A cui dovrebbe affiancarsi un maggiore dibattito pubblico sulla cooperazione, informando sulle scelte di politica estera, coinvolgendo i cittadini, altrimenti spaesati di fronte a tutte le crisi che stanno avvenendo.
Infine, riportiamo di seguito l’intervento di Andrea Stocchiero, a nome dell’Associazione delle organizzazioni di cooperazione internazionale e della Campagna 070.
Di fronte alle crisi e alla multipolarità del mondo con forti spinte centrifughe competitive e conflittuali, è necessario ricostruire il sistema multilaterale per forgiare relazioni cooperative a partire dalla salvaguardia dei beni comuni, pace, clima, equità. A questo deve servire il summit del futuro delle Nazioni Unite.
In un sistema dove gli stati-nazionali sono i tradizionali attori, pesano sempre di più i cosiddetti non state actors, come evidenzia la letteratura sulle relazioni internazionali, con approcci cosiddetti multistakeholders che coinvolgono soprattutto il settore privato, multinazionali e istituzioni finanziarie. Ma non si devono dimenticare altri non state actors rilevanti come le milizie, le famigerate Wagner o Blackwater, le organizzazioni criminali transnazionali, che interagiscono nelle zone grigie con gli attori statali. In tutto ciò non può essere marginale il contributo della società civile per un sistema multilaterale aperto e trasparente, che rappresenta un contributo essenziale, senza interessi privati, criminali e incivili.
Come società civile siamo impegnati per i diritti umani e i beni comuni, costruendo quello che Papa Fancesco nella “Laudate Deum” ha chiamato multilateralismo dal basso. Centrale per noi è il ruolo della cooperazione allo sviluppo che investe nelle relazioni tra i popoli per la giustizia e la buona vita.
Con la campagna 070 chiediamo di investire di più nell’aiuto pubblico allo sviluppo (l’Italia è sotto lo 0,3% del reddito nazionale lordo rispetto all’obiettivo dello 0,7%) per una cooperazione di qualità, focalizzata nell’appoggiare processi di sviluppo sostenibile dal basso, dai territori, dai movimenti sociali, dai contadini ai movimenti dei lavoratori nelle periferie, ai popoli indigeni che proteggono l’80% della biodiversità del pianeta! Questa è la società civile per la libertà e la giustizia climatica e sociale.
Consapevoli che ciò non basta, occorre adottare, assieme alla cooperazione, uno sguardo più ampio e sistemico sui fattori economici e politici rilevanti che pesano nelle strutture di potere.
Alcuni dati: nel 2023 l’aiuto pubblico allo sviluppo è stato di 211 mld di dollari, mentre sono 200 mld le fughe di capitali dall’Africa, le rimesse dei migranti sono state 669 mld, 783 mld i flussi illeciti dal commercio di droghe, 841 mld gli investimenti diretti esteri, 2.443 mld le spese in armamenti, 2,8 trillioni i danni e le perdite da disastri ambientali. Come “sistematizzare” questi dati?
Ad esempio, più investimento in cooperazione deve andare di pari passo con piani di riduzione del debito dei paesi più fragili, con la riforma dell’architettura finanziaria e fiscale (vedi ad esempio la proposta del G20 di tassazione dei più ricchi, che potrebbe essere riproposta nel G7), tutte questioni in agenda internazionale su cui rafforzare il dialogo, la cooperazione e decisioni coraggiose.
Da questo sguardo più consapevole della complessità del mondo e del ruolo della cooperazione emerge l’importanza del tema della coerenza delle politiche a tutti i livelli. Pochi sanno che l’Italia è il primo paese europeo ad avere un piano nazionale per la coerenza: occorre attuarlo al più presto, per una agenda politica sensata.
Inoltre, non possiamo non riferirci al piano Mattei: occorre lavorare per partenariati veramente non predatori; lo sfruttamento di risorse naturali e minerali critici non può essere di stampo neocoloniale e competitivo, ma dovrebbe essere fondato su forti criteri di salvaguardia ambientale e dei diritti umani, sulla creazione di lavoro dignitoso in loco evitando la maledizione delle risorse, diversificando l’economia per lo sviluppo sostenibile locale a partire dai movimenti sociali dei territori.
Altro tema correlato allo sviluppo locale è quello delle migrazioni, in tal caso occorre equilibrare il diritto a rimanere con il diritto alla mobilità umana, valorizzano le migrazioni in un’ottica lungimirante di sviluppo sostenibile condiviso tra paesi di origine e destinazione, e non solo in termini di controllo e sicurezza a danno dei diritti umani. La priorità va data a misure di mobilità sicure e regolari, senza discriminazioni nell’accoglienza ed integrazione, partecipando al Global Compact sulle Migrazioni.
Tutto ciò significa dare voce alla società civile organizzata, in processi democratici e nel dibattito pubblico informato, lontano da polarizzazioni e populismi, quando invece da più parti si segnala la restrizione degli spazi per la società civile. Come sempre e da sempre dobbiamo lavorare assieme per la libertà e la giustizia.