Per una giustizia fiscale internazionale
Fonte immagine: Euroactiv
Le Nazioni Unite hanno assunto una risoluzione sulle norme fiscali globali per dare voce alle nazioni in via di sviluppo
Ufficio Policy FOCSIV – La giustizia sociale tra i popoli ha bisogno di una politica fiscale internazionale per contrastare i flussi finanziari illeciti (vedi https://www.euractiv.com/section/development-policy/video/illicit-financial-flows-and-development-aid/, che stima come i flussi illeciti dall’Africa siano superiori all’aiuto pubblico allo sviluppo), i paradisi fiscali e tassare in modo armonizzato i profitti delle grandi multinazionali, retribuendo di più il lavoro. Le Nazioni Unite dovrebbero assumere sempre di più questo impegno. Ma la strada è lunga e tortuosa. Comunque, una recente risoluzione sembra andare in questa direzione. Il seguente scritto è un riassunto e traduzione dell’articolo “UN agrees global tax rules resolution giving developing nations greater say” pubblicato sulla rivista Guardian da Anna Isaac https://www.theguardian.com/world/2022/nov/23/un-agrees-global-tax-rules-resolution-giving-developing-nations-greater-say . A cui segue copia della lettera inviata dalle organizzazioni della società civile, tra cui GCAP Italia di cui FOCSIV è membra, per chiedere che la risoluzione venga attuata al più presto con trasparenza ed efficacia.
Le Nazioni Unite, dopo aver vinto una battaglia diplomatica a New York, hanno ottenuto un mandato per le discussioni intergovernative del prossimo anno che potrebbero portare a riformare la politica fiscale esistente e ad una nuova convenzione per dare voce alle nazioni in via di sviluppo.
La politica fiscale internazionale è stata a lungo dominata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) con sede a Parigi, un organismo formato in gran parte da paesi ricchi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. La risoluzione, presentata dal Gruppo africano nelle Nazioni Unite, apre la strada a una convenzione sulla tassazione e ad un nuovo organismo fiscale globale. “La storia è stata fatta oggi. Lodiamo i membri delle Nazioni Unite per la loro coraggiosa azione nel cambiare la regolamentazione sulla tassazione globale alla luce del giorno della democrazia nelle Nazioni Unite “, ha affermato Alex Cobham, amministratore delegato del Tax Justice Network. “Le discussioni intergovernative del prossimo anno saranno cruciali per tracciare il percorso di questa nuova era della tassazione internazionale. È fondamentale che i paesi di ogni regione del mondo seguano la leadership africana che ha sostenuto questo successo e si impegnino insieme per generare posizioni comuni su un’agenda ambiziosa”, ha aggiunto.
La risoluzione è stata ferocemente osteggiata da alcuni diplomatici occidentali a New York. Alcune nazioni ricche, inclusi gli Stati Uniti, si erano opposte alla risoluzione nel tentativo di mantenere il controllo sulle norme fiscali globali. Gli attivisti vogliono un accordo internazionale, un minimo per le aliquote dell’imposta sulle grandi società, in modo che i paesi non possano minarsi a vicenda e costringere le multinazionali a dichiarare quante tasse pagano in ogni paese.
Oltre a nuove regole fiscali globali, i colloqui intergovernativi potrebbero anche determinare riforme della politica fiscale esistente e la creazione di nuovi organismi delle Nazioni Unite. António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, che aveva promesso le risorse del suo ufficio per assistere i negoziati sulla risoluzione, è stato ora incaricato di scrivere un rapporto sui problemi del sistema fiscale globale. Dovrà anche suggerire potenziali soluzioni. Delineando la motivazione per i colloqui fiscali globali, Guterres ha affermato a settembre che una serie di questioni, inclusi i flussi di denaro illeciti, potrebbero essere affrontate da una nuova convenzione sulla tassazione globale. “Le norme fiscali devono essere rafforzate per affrontare la digitalizzazione e la globalizzazione in modo che soddisfino le esigenze e le capacità dei paesi in via di sviluppo. Una convenzione globale sulla tassazione con partecipazione universale può aiutare in questo sforzo”, ha affermato Guterres.
Thabo Mbeki, l’ex presidente del Sudafrica, si era unito alle richieste per l’adozione della risoluzione all’ONU. L’ex politico è presidente del panel di alto livello dell’Unione Africana sui flussi finanziari illeciti.
La lettera della società civile
Alla gentile attenzione dei Rappresentanti permanenti e Osservatori permanenti presso le Nazioni Unite a New York, del Segretariato delle Nazioni Unite, Agenzie e Programmi
Oggetto: Attuazione della risoluzione del Secondo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla promozione di una cooperazione fiscale internazionale inclusiva ed efficace presso le Nazioni Unite (A/C.2/77/L.11/Rev.1)
Eccellenze, illustri rappresentanti degli Stati membri delle Nazioni Unite,
le sottoscritte organizzazioni della società civile e i sindacati sostengono con forza e accolgono con favore la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla promozione di una cooperazione fiscale internazionale inclusiva ed efficace alle Nazioni Unite (A/C.2/77/L.11/Rev.1). Ci congratuliamo con il Gruppo Africa per la sua eccellente leadership su questo tema e per aver finalmente garantito l’attuazione della richiesta di lunga data dei Paesi in via di sviluppo di un processo negoziale intergovernativo delle Nazioni Unite sulla fiscalità internazionale[1]. Esortiamo tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a mantenere e rafforzare lo spirito di cooperazione internazionale che ha portato all’adozione per consenso di questa storica risoluzione. Inoltre, vi scriviamo per chiedere a tutti i governi di lavorare in modo costruttivo per l’attuazione urgente ed efficacie della risoluzione. Questo include:
1. Sostenere una rapida approvazione da parte del Quinto Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dello stanziamento di bilancio richiesto per l’attuazione della risoluzione, in linea con la relativa analisi delle implicazioni di bilancio del Programma (A/C.2/77/L.75). Il budget richiesto, per un totale di 432.700 dollari, è stato presentato agli Stati membri prima dell’adozione della risoluzione. Contiamo ora su tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché mantengano l’accordo di consenso raggiunto con la risoluzione e confermino l’assegnazione delle risorse necessarie. Esortiamo inoltre tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a tenere presente che la cooperazione fiscale internazionale è urgentemente necessaria, non da ultimo per combattere i flussi finanziari illeciti di natura fiscale, che costano ai governi centinaia di miliardi di dollari di mancati introiti fiscali ogni anno. Questa deve quindi essere una questione di grande importanza e urgenza.
2. Sostenere un forte coinvolgimento delle parti interessate nel processo di consultazione relativo al rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, come previsto dalla risoluzione. Accogliamo con grande favore il fatto che la consultazione delle parti interessate sia esplicitamente inclusa nel testo della risoluzione e siamo pronti a dare il nostro contributo. Noi sottoscritti, organizzazioni della società civile e sindacati, portiamo conoscenze approfondite da tutte le regioni del mondo sugli impatti devastanti del fallimento della cooperazione fiscale internazionale, compresa la continua emorragia di risorse pubbliche sotto forma di flussi finanziari illeciti. Portiamo inoltre proposte concrete e specifiche di soluzione, anche per quanto riguarda il modo in cui potrebbe essere concepita una futura Convenzione ONU sulla fiscalità[2].
3. Sostenere un forte processo intergovernativo delle Nazioni Unite per rafforzare la cooperazione fiscale internazionale. Attraverso la risoluzione, tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno concordato di “avviare discussioni intergovernative a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, sui modi per rafforzare l’inclusività e l’efficacia della cooperazione fiscale internazionale”. Accogliamo con grande favore questa iniziativa vitale e sottolineiamo l’importanza di procedere con urgenza. Come affermato nella risoluzione adottata, la lotta ai flussi finanziari illeciti è una sfida essenziale per lo sviluppo e i Paesi in via di sviluppo sono particolarmente esposti all’impatto negativo dei flussi finanziari illeciti. Pertanto, riteniamo che le modalità del processo previsto debbano essere adottate con la massima priorità e che ciò debba avvenire entro la settantottesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Inoltre, vorremmo sottolineare l’importanza di garantire che le modalità prevedano un processo negoziale trasparente e inclusivo guidato dagli Stati membri con la piena partecipazione delle parti interessate, compresa la società civile.
Nonostante il fatto che le norme e gli standard fiscali internazionali riguardino tutti i Paesi e le popolazioni del mondo, fino ad oggi non esisteva un organismo internazionale inclusivo in cui tutti i Paesi potessero partecipare su un piano di parità al processo decisionale sulle questioni fiscali internazionali. Questa ingiustizia è alla base del fallimento del sistema fiscale internazionale, che ha continuato a essere caratterizzato da ingiustizia, inefficienza, incoerenza, azioni unilaterali e politiche assistenzialistiche. Tutti i Paesi hanno pagato un prezzo elevato per questo fallimento, ma l’impatto sui Paesi in via di sviluppo è stato particolarmente duro. L’ONU rimane l’unico organismo veramente universale in cui tutti i Paesi partecipano alla pari e l’adozione consensuale della risoluzione dell’ONU, compresa la decisione di avviare discussioni intergovernative sulle questioni fiscali internazionali sotto l’egida dell’ONU, costituisce una svolta storica verso l’equità e l’inclusività.
L’urgenza della questione non può essere sopravvalutata. Alla luce della pandemia di Covid-19 e della “crisi del costo della vita”, la lotta per aumentare la mobilitazione delle risorse interne e combattere i flussi finanziari illeciti non è mai stata così vitale. Nel 2021, il rapporto State of Tax Justice ha stimato che i Paesi di tutto il mondo perdono oltre 450 miliardi di dollari all’anno a causa dell’evasione fiscale internazionale e dell’abuso da parte di società multinazionali e individui facoltosi[3]. Di fronte alle sfide di finanziare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e di combattere le crisi ambientali globali, è chiaro che la comunità internazionale deve agire con urgenza per rafforzare la cooperazione fiscale internazionale e fermare l’immensa emorragia di risorse pubbliche.
Restiamo a vostra disposizione se desiderate ricevere ulteriori informazioni o se volete incontrarci per discutere ulteriormente di questo tema.
Cordiali saluti,
Gruppo della società civile per il finanziamento dello sviluppo (www.csoforffd.org)
Firmatari
1. Gruppo della società civile per il finanziamento dello sviluppo (FfD)
2. Alleanza globale per la giustizia fiscale (GATJ): Alleanza di cinque reti continentali di giustizia fiscale e tributaria in Asia (Tax & Fiscal Justice Asia), Africa (Tax Justice Network Africa), America Latina (Red de Justicia Fiscal de América Latina y el Caribe), Europa (Tax Justice-Europe) e Nord America (Canadians for Tax Fairness & FACT Coalition), che rappresentano collettivamente centinaia di organizzazioni.
3. Rete europea sul debito e lo sviluppo (Eurodad)
[1] Database dei governi che sostengono un processo fiscale intergovernativo delle Nazioni Unite: https://csoforffd.org/2021/10/27/database-governments-supporting-an-intergovernmental-un-tax-body-and-or-un-tax-convention/
[2] Alleanza Globale per la Giustizia Fiscale e Rete Europea sul Debito e lo Sviluppo (Eurodad), “Proposta per una Convenzione delle Nazioni Unite sulla tassazione”, marzo 2022. https://www.eurodad.org/un_tax_convention
[3] Rete per la giustizia fiscale, Public Services International e Alleanza globale per la giustizia fiscale, “Stato della giustizia fiscale 2021”, 16 novembre 2021. https://taxjustice.net/reports/the-state-of-tax-justice-2021/