Progetto Altaeyush, l’impegno di Focsiv in Iraq
Focsiv è presente in Iraq da 9 anni, durante i quali ha promosso iniziative nel canale dell’emergenza e dello sviluppo in differenti aree del Paese. A partire dal 2014, nei Governatorati di Erbil e di Kirkuk sono stati realizzati interventi di carattere umanitario in favore delle popolazioni sfollate provenienti dalla Piana di Ninive; successivamente, dalla fine del 2017, nella volontà di accompagnare le comunità nella fase di rientro, Focsiv ha concentrato buona parte delle sue attività anche nelle città di Qaraqosh e Bartalla.
Gli interventi della Federazione sono focalizzati nel settore del livelihood, della protection e dell’educazione, nel preciso intento di migliorare le condizioni di vita delle categorie più vulnerabili e di rafforzare la stabilità sociale delle popolazioni meno integrate, rendendo i singoli individui agenti di cambiamento dello sviluppo di sé stessi e della propria comunità. In quest’ottica, sin dai suoi primi interventi in Iraq, Focsiv ha reputato fondamentale includere azioni volte a promuovere la coesione sociale e nella fase di pianificazione delle proprie azioni ha sempre tenuto in considerazione la componente etnico-religiosa nella selezione dei beneficiari per garantire che le iniziative agevolassero la pacifica coesistenza tra le varie comunità.
A partire dal luglio 2022, sull’onda delle progettazioni già implementate nel corso degli anni precedenti è stato avviato il Progetto “ALTAEYUSH – Processi comunitari integrati e multidimensionali di inclusione e coesione socio-economica per il rafforzamento della resilienza dei gruppi etnico-religiosi vulnerabili”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’iniziativa vede per la prima volta coinvolti direttamente anche quattro soci della Federazione, ENGIM, CELIM Milano, Associazione Realmonte e COPE, – coerentemente con l’approccio federativo di sistema che ispira la presenza di FOCSIV con i propri soci nei vari paesi – consentendo in questo modo di realizzare un progetto con interventi specializzati in varie aree di interesse. A completare la schiera di partner, sono parte attiva anche le organizzazioni locali HRNO e SOAED.
Il progetto ALTAEYUSH, che in arabo significa convivenza tra culture e religioni diverse nel “rispetto dell’altro”, nasce dalla volontà di mettere in atto processi comunitari integrati e multidimensionali di inclusione e coesione socio-economica per il rafforzamento della resilienza dei gruppi etnico-religiosi vulnerabili in Iraq, in particolare nel Distretto di Hamdaniya (Governatorato di Ninive).
Il progetto ha una durata di 24 mesi e ha l’obiettivo generale di obiettivo generale “Contribuire a ridurre le disuguaglianze e le prassi discriminatorie legate alla religione, al sesso, all’età, alla disabilità e alla condizione economica nei confronti delle persone maggiormente vulnerabili, in particolare delle minoranze cristiane, nel Governatorato di Ninive”, in linea con l’OSS 10 – Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi – che prevede che “entro il 2030 tutti dovranno avere diritto all’empowerment e l’inclusione sociale, economica e politica dovrà essere promossa”.
Al momento della stesura del progetto, a seguito di un confronto con le comunità e le autorità religiose e politiche locali, è stato possibile rilevare una grande diversità etnica, religiosa e culturale tra le comunità stanziate nei territori di intervento. La caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 e la presa di controllo dell’area da parte dello Stato Islamico nel 2014 hanno provocato oltre che la distruzione completa di tutte le infrastrutture, anche un profondo senso di insicurezza e di irrisolta conflittualità a livello politico, economico, sociale e religioso e un flusso migratorio delle minoranze religiose, soprattutto quella cristiana, all’estero e internamente verso il Kurdistan iracheno. Il processo di ricostruzione e il flusso migratorio di rientro sono tuttora lenti e difficili a causa di istituzioni pubbliche assenti. La mancanza di iniziative nell’ambito della formazione, dell’impiego lavorativo e dello scambio culturale, inteso come spazio di dialogo e coesione sociale, indebolisce le relazioni e le opportunità di reciproca conoscenza tra le diverse componenti etnico-religiose della comunità locale.
La percentuale di disoccupati cresce, il settore agricolo, che rappresentava il principale comparto produttivo, ha subito gravi danni in seguito all’occupazione dei terreni, e si registra la necessità di promuovere attività per il rafforzamento della resilienza e della convivenza pacifica.
I risultati del progetto, che riguardano i diversi gruppi etnico-religiosi del distretto di Hamdaniya, sono relativi al rafforzamento della resilienza e del dialogo, all’aumento delle capacità produttive nel settore agro-alimentare e alla facilitazione di accesso al mercato del lavoro. Tutte le attività dell’iniziativa sono orientate alla riduzione delle vulnerabilità e alla lotta contro le disuguaglianze, attraverso la diffusione di un messaggio di integrazione e interconnessione tra comunità diverse.
In primo luogo, è stato realizzato e allestito un centro culturale comunitario a Qaraqosh che rappresenta un luogo di incontro e scambio in un’ottica di rafforzamento della coesione sociale della popolazione locale e per la prevenzione di futuri conflitti. A un anno dall’inizio del progetto, nel centro sono implementate attività di partecipazione, di cittadinanza attiva e di rafforzamento dei servizi di assistenza e protezione sociale su base comunitaria (formazione di formatori e operatori locali, laboratori artistici e workshop creativo-espressivi), rivolte a persone di ambo i sessi, dando priorità a donne, giovani, minori e persone con disabilità fisiche o psicologiche e che hanno subito stress post-traumatico. Inoltre, attraverso le attività di formazione dei partner di progetto, COPE e Associazione Realmonte e la collaborazione degli esperti di Agency for Peacebuilding, è stato possibile implementare un’attività di formazione dei formatori e operatori locali sulle tematiche della resilienza, analisi e risoluzione dei conflitti e definizione di mappe comunitarie.
Nel settore agro-alimentare, l’obiettivo è invece quello di promuovere un’agricoltura attenta all’approvvigionamento energetico sostenibile e all’instaurazione di relazioni interpersonali e collaborative tra i vari membri delle comunità etnico-religiose, che prescinderanno dall’appartenenza etnico-religiosa, basandosi sulla fiducia e la corresponsabilità. Come previsto dal progetto, saranno realizzate delle serre dove i beneficiari, a seguito di sessioni formative implementate dal partner locale SOAED, potranno produrre ortaggi e verdure per poi essere rivendute nel mercato locale. L’istallazione di pannelli fotovoltaici, inoltre, garantirà una sostenibilità a impatto zero per le attività di irrigazione dei terreni.
Infine, la terza componente del progetto prevede percorsi work-experience e corsi di autoimprenditoria femminile per favorire l’inclusione dei beneficiari nel tessuto socio-economico locale. Le attività saranno realizzate in collaborazione con ENGIM e prevedono l’implementazione di corsi formativi nelle principali aree di interesse per il mondo del lavoro (meccanico, idraulica, elettricista, sartoria, pasticceria, ecc.) e successivo inserimento nel mondo del lavoro attraverso l’erogazione di borse di lavoro. Sarà inoltre avviata una start-up in ambito socio-educativo, gestita principalmente da donne.
Il progetto è in linea con le precedenti iniziative realizzate da FOCSIV in Iraq, e ne valorizza i risultati in termini di capacità di leggere i bisogni locali, di costruire collaborazioni con gli attori sul territorio e di dare risposte improntate sul dialogo interreligioso, l’inclusione, il rafforzamento del tessuto sociale. La collaborazione con i soci della Federazione e con i partner locali apporta un elemento di innovazione e specializzazione nei vari ambiti di intervento e definiranno la base sulla quale realizzare progettazioni future.
Focsiv inoltre è attiva nel Governatorato di Ninive e nel Distretto di Hamdaniya con attività di formazione, apprendistato e di inserimento nel mondo del lavoro di giovani iraqueni che è possibile sostenere anche destinando il 5×1000.