Promuovere Pace e Sicurezza
Fonte immagine Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (asvis.it)
Ufficio Policy Focsiv – E’ stato presentato il rapporto ASviS sullo sviluppo sostenibile in Italia: Rapporto ASviS 2024 – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, di cui Focsiv è membra, ha redatto anche un capitolo sull’obiettivo 17 relativo ai partenariati internazionali e quindi anche all’aiuto pubblico allo sviluppo. Divulghiamo di seguito la prima parte relativa a Pace e Sicurezza, a cui ha collaborato nella redazione anche Focsiv grazie al progetto Generazione Cooperazione (Home page – ECG Project (focsiv.org).
Promuovere la pace, rafforzare la coerenza delle politiche di assistenza allo sviluppo e migliorarne l’efficacia, assicurando la partecipazione della società civile alle scelte
Le crescenti tensioni geopolitiche e i conflitti in corso in varie aree del mondo hanno reso ancora più difficile il dialogo multilaterale, il quale resta indispensabile per affrontare i grandi problemi del mondo: non a caso, il Segretario Generale dell’ONU, aprendo l’Assemblea Generale di fine settembre, ha detto che il mondo è “a un passo dal baratro”.
La pace e alla creazione di strumenti efficaci di governance e partnership, sono a forte rischio, il che richiede un impegno straordinario, anche da parte dell’Unione europea e dell’Italia, per recuperare quella credibilità perduta nel corso degli ultimi anni, che alimenta il crescente scontro tra il “Sud globale” – o come gli analisti osservano “la maggior parte del mondo” – e i Paesi occidentali. Di seguito, illustriamo alcune proposte che vanno in questa direzione.
PROMUOVERE PACE E SICUREZZA
In un momento storico come quello attuale, in cui conflitti e violazioni dei diritti umani si stanno intensificando a livello globale a partire dal persistere dell’aggressione russa all’Ucraina e dallo scoppio di una nuova escalation in Medio Oriente, va rafforzata l’azione di prevenzione multilaterale delle crisi, dando assoluta priorità alla negoziazione diplomatica come principale strumento di risoluzione delle crisi prima che esse sfocino in conflitti.
Il contributo del nostro Paese al mantenimento della pace a livello globale deve essere pienamente in linea con le principali iniziative ONU e dell’Ue, fedele al dettato costituzionale e ai Trattati. Diverse reti e associazioni pacifiste operantinel nostro Paese hanno invocato una maggiorecapacità diplomatica e negoziale della politicaitaliana ed europea, contribuendo in alcunicasi all’attivazione di una “diplomazia parallela”umanitaria e criticando l’aumento delle spesemilitari nell’ultimo biennio e quello previsto neiprossimi anni, nonché il commercio di nuovi armamenti,specialmente con governi di regimi autoritari,illiberali e non democratici.
In questa prospettiva l’Italia dovrebbe lavorare a livello europeo e internazionale per contrastare il progressivo aumento dei processi di riarmo e delle spese militari e seguire le raccomandazioni del documento “The New Agenda for Peace” presentato dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres in occasione dell’High-level Political Forum (Hlpf) del 23 luglio 2023 e le conclusioni del Summit sul Futuro. In quell’occasione Guterres ha evidenziato l’importanza di rafforzare il disarmo e la sicurezza collettiva, di riformare le operazioni di pace così come di sviluppare norme multilaterali per mitigare i rischi della tecnologia sulla pace e la sicurezza.
In linea con le conclusioni del Summit sul Futuro, l’Italia dovrebbe, inoltre, dare concretezza alle 56 azioni proposte dal Patto del Futuro, promovendo, ad esempio, il pensiero e la pianificazione a lungo termine, adottando riforme istituzionali atte a garantire un processo decisionale basato su scienza e dati e introducendo forme di governance anticipante e previsione strategica.
Accrescere la propria capacità di fornire aiuti umanitari e di gestione dei flussi migratori, riconsiderando le politiche cosiddette di “protezione speciale” per garantire maggiori spazi di accoglienza e integrazione per i migranti oggetto di persecuzione nei propri Paesi per motivi di etnia, di genere e orientamento sessuale, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali e in tutti quei casi in cui, a seguito di espulsione, il migrante possa rischiare di essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti, sono esempi di azioni da attivare.