“Qualsiasi cosa si faccia per l’Africa, senza il popolo africano non è per l’Africa”
Con riferimento al vertice Unione Europea – Unione Africa (vedi L’UE e l’UA stanno costruendo un partenariato che ignora le reali richieste dei popoli africani – FOCSIV), oltre all’appello Nessuna decisione su di noi senza di noi! – FOCSIV, CIDSE di cui FOCSIV è membra, ha appoggiato il Vertice dei Popoli Africani, che ieri ha rilasciato la seguente dichiarazione di forte critica.
Questa dichiarazione sostiene l’idea che al centro dello sviluppo sostenibile africano ci devono essere i popoli africani, la lotta alle disuguaglianze, democrazie fondate sull’ubuntu, e una economia che rispetta la natura, sostiene e non aggredisce la biodiversità (vedi il rapporto: I padroni della Terra 2021 – FOCSIV). In questo modo si combattono le radici delle migrazioni forzate, come indicato nei lavori del progetto Volti delle Migrazioni( si vedano i FoM_paper – FOCSIV.)
Contesto
Noi, membri di un’ampia alleanza di movimenti sociali e contadine, organizzazioni religiose e della società civile di tutta l’Africa, osserviamo con grande apprensione il sesto vertice tra l’UE e l’Unione africana. Negli ultimi 20 anni di partenariato, non abbiamo visto alcun beneficio aggiunto significativo da questo partenariato, che non è riuscito a migliorare le condizioni di vita delle comunità rurali africane. Questo partenariato e quelli simili con altre regioni del mondo si sono dimostrati piuttosto come strutture ombra che facilitano l’accaparramento delle terre, il saccheggio delle risorse naturali, la continua impunità delle imprese con la complicità delle autorità nazionali e internazionali, con un’espansione aggressiva del mercato che va a scapito della prosperità e degli habitat delle persone.
Ci rattrista osservare che questi temi di estrema urgenza per l’Africa raramente arrivano al centro del tavolo dei negoziati delle discussioni del Vertice. Altrimenti, come potremmo spiegare che i sistemi alimentari e l’agricoltura, e la risposta alla Covid-19 non facevano parte dei temi inizialmente proposti per il Vertice?
Nonostante il messaggio rivolto a promuovere un rapporto di uguaglianza da parte dei leader dell’UE, osserviamo con preoccupazione che l’eredità del colonialismo, ora trasformato in una sorta di neocolonialismo guidato dalle imprese, e le sostanziali asimmetrie di potere persistono nel partenariato, e continuano ad inclinarlo strutturalmente a favore dell’UE. È inquietante e problematico che non ci sia uno sforzo significativo da parte dell’UE per affrontare questo doloroso e cupo passato. Una mentalità diversa è effettivamente necessaria per una relazione più trasformativa tra i due continenti. Il terrorismo e i conflitti nel Sahel e in altre regioni dell’Africa e la migrazione forzata di giovani africani che attraversano il Mar Mediterraneo sono prodotti della povertà estrema, della disuguaglianza, dell’emergenza climatica e della crisi economica.
Facciamo eco alle parole essenziali del defunto vescovo Desmond Tutu e diciamo che noi africani non siamo interessati a raccogliere briciole di compassione. Vogliamo ed esigiamo il menu completo dei diritti.
La visione dei popoli africani
Siamo stanchi di partenariati che affrontano i sintomi piuttosto che i reali bisogni dei popoli africani e la loro visione di un mondo dove tutti possano godere della loro giusta parte dei doni della creazione. Immaginiamo una cultura della solidarietà e della democratizzazione dell’ubuntu, dove le persone – i poveri, i giovani e le donne – e l’ambiente siano al centro delle politiche economiche e sociali. Vogliamo un’Africa che possa definire e modellare le sue relazioni con altre regioni e potenze mondiali. Ma, soprattutto, che metta la dignità e il benessere di tutti gli africani al centro della sua politica.
Convinti che i popoli africani meritino una migliore considerazione nel partenariato, raccomandiamo ai leader europei e africani di:
- Garantire spazio agli attori della società civile sia all’interno che all’esterno dei processi decisionali. Gli attori della società civile lottano per prendere il loro legittimo posto al tavolo, mentre altri possono scegliere di rimanere “fuori”. Entrambi devono essere in grado di far sentire liberamente e in sicurezza la loro voce e di influenzare le decisioni.
- Sostenere i governi nazionali – insieme alla società civile – nell’attuazione della Strategia africana per la governance della terra che garantirà il diritto consuetudinario delle comunità, i diritti delle donne e dei giovani e l’accesso alla terra, e infine ridurre le sfide della governance della terra nel continente.
- Porre fine al finanziamento di progetti di acquisizione di terre su larga scala e agli investimenti speculativi da parte delle banche pubbliche di sviluppo che si traducono in accaparramenti di terre.
- Riconoscere, valorizzare e sostenere il vasto potenziale dell’agroecologia contadina per aumentare in modo sostenibile la sovranità alimentare, ridurre la povertà e la fame, conservando la biodiversità e rispettando le conoscenze indigene e l’innovazione. Questo richiede un cambiamento nel tipo di programmi di sviluppo che vengono finanziati, poiché la tendenza mostra chiaramente che tali approcci trasformativi sono ampiamente ignorati dai finanziatori pubblici.
- Riconoscere l’agricoltura familiare su piccola scala come un modello strutturale praticabile per lo sviluppo del settore agricolo in Africa.
- Sostenere e sviluppare il concetto di sistemi alimentari territoriali, decentralizzare l’aggiunta di valore, stimolare l’economia rurale e promuovere la governance alimentare locale.
- Impegnarsi in modo proattivo nei negoziati per un trattato vincolante delle Nazioni Unite sulle società transnazionali e i diritti umani, per colmare il vuoto giuridico nel diritto internazionale e ritenere le grandi aziende responsabili delle violazioni lungo le loro catene di approvvigionamento. La legge sulla due diligence dell’UE non dovrebbe essere vista come una scusa per l’Unione di non partecipare a questo processo internazionale, ma piuttosto come un impegno complementare.
- Mantenere la promessa inviando urgentemente ai paesi africani le quantità di vaccino Covid-19 che l’UE ha promesso nell’ambito dell’iniziativa Covax.
- Sostenere l’iniziativa dell’India e del Sudafrica per una moratoria sui brevetti dei vaccini Covid all’Organizzazione Mondiale del Commercio fino alla fine della pandemia. Inoltre, l’UE dovrebbe fare pressione sulle aziende produttrici di vaccini Covid affinché acconsentano al trasferimento di tecnologia.
- Dimostrare una riduzione ambiziosa delle emissioni di gas serra e astenersi dal greenwashing.
- Sostenere gli investimenti per una transizione decentralizzata di energia pulita adatta all’Africa, come l’energia solare.
- Assicurarsi che le terre africane non siano viste come merci per la cattura del carbonio destinate a compensare le emissioni dei principali inquinatori – Stati e aziende – sotto la copertura di potenziali crediti di carbonio che porteranno solo a una maggiore finanziarizzazione della natura.
- Sostenere la conoscenza, il know-how, le capacità generative e la nostra visione del futuro, non brevettando la vita – non siamo a favore dell’Unione Internazionale per la Protezione delle Nuove Varietà di Piante – ma per sviluppare e condurre ricerche su sistemi terapeutici appropriati e accessibili.
- Proteggere i difensori dei diritti umani, in particolare quelli che lavorano per proteggere la terra, l’acqua e le risorse naturali, e denunciare la loro criminalizzazione.
- Applicare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e dei lavoratori rurali, assicurando che le attività di cooperazione internazionale pertinenti, compresi i programmi internazionali di sviluppo, siano inclusivi, accessibili e utili ai contadini e alle altre persone che lavorano nelle aree rurali; e che i contadini e le altre persone che lavorano nelle aree rurali abbiano il diritto di definire e stabilire priorità e strategie riguardanti l’esercizio del loro diritto allo sviluppo.
La dichiarazione in inglese e francese con la lista di tutti i firmatari è in : African People’s Summit joint declaration – CIDSE