QUANDO IL DIVERSO SEI TU: VISSUTI DI PELLE BIANCA NEI SUD DEL MONDO
I volontari in servizio nei Sud devono malvolentieri fare i conti con la loro identità di “gringos”. Per questo tutti gli sforzi dei primi mesi si concentrano sul “meritare fiducia”.
I volontari internazionali ce la mettono tutta ad avvicinarsi in punta di piedi alle comunità locali: imparano la lingua, evitano stili e comportamenti che possono sembrare stridenti con un diverso modo di vivere e pensare, si fanno piccoli, sperando di essere accolti. Cercano di fare tesoro di tutto ciò che è stato detto loro nella formazione prepartenza: uniltà, ascolto, attesa.
Ma essere armati delle migliori intenzioni a volte non basta per evitare di finire dentro ad un pregiudizio che ha radici storiche e motivazioni sociali ben fondate. Ed è così che sei bollato come “gringo”, o un “mzungu” (uomo strano), con tutte le variazioni esistenti a seconda del paese e della lingua locale. Per questo motivo nei primi mesi di esperienza all’estero, il volontario, messo da parte il progetto, le attività e le scadenze, non ha che un obiettivo: riuscire ad essere accolto ed accettato, guadagnare fiducia malgrado il colore della pelle.
Leggete l’esperienza di Anna, volontaria FOCSIV in servizio civile a San Ramon in Perù, nella sezione dedicata alle testimonianze dei volontari.