REFERENDUM ACQUA E NUCLEARE, IL GOVERNO HA PAURA DEL VOTO DEGLI ITALIANI
Il ministro Maroni ha dichiarato che al prossimo Consiglio dei Ministri proporrà il 12 giugno come giorno per lo svolgimento dei referendum acqua e nucleare. Una decisione che denota chiusura al confronto e una assoluta indifferenza alla possibilità che cittadine e cittadini siano messi nelle condizioni migliori per esercitare il loro diritto al voto.
E’ il commento del comitato promotore del referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua e di quello contro il nucleare che hanno da tempo avviato una petizione e raccolto migliaia di firme per chiedere l’accorpamento delle date di amministrative e referendum.
“E’ chiaro che la scelta non è casuale: il 12 giugno le scuole saranno già chiuse e l’inizio della stagione estiva rappresenterà per chi può permetterselo un incentivo ad andarsene fuori città – si legge in una nota congiunta dei comitati -. Questo almeno nei desiderata del ministro e del governo di cui fa parte, che evidentemente teme che questa volta i referendum possano raggiungere il quorum e i sì vincere. I timori del governo sono fondati, anche se non giustificano la decisione presa come dimostra il 1.400.000 firme raccolte per i quesiti sulla ripubblicizzazione dell’acqua, un risultato mai ottenuto prima”.
Inoltre, sottolineano i comitati, “al ministro va ricordato che fu proprio su sua proposta che nel 2009 le elezioni amministrative furono accorpate alle europee. Allora era preoccupato che non si sperperassero inutilmente soldi pubblici (calcolò un risparmio di 400 milioni di euro) con più tornate elettorali. Oggi, malgrado si sia nel pieno della crisi economica, quella preoccupazione non c’è più”.