Regolamentazione sui minerali dei conflitti a rischio: Trump vuole depotenziare la Dodd Frank

Il Presidente Trump ha accelerato il suo piano di annientare la regolamentazione sui minerali dei conflitti, la Dodd Frank sezione 1504. Ha già redatto un ordine esecutivo che abrogherebbe l’emendamento “Cardin-Lugar”, attuato dalla SEC (Securities and Exchange Commission), ossia l’obbligo per le società energetiche di rivelare pubblicamente i loro pagamenti ai governi per i diritti di estrazione di petrolio, gas e minerali.
Sicuramente la Dodd Frank aveva cambiato l’approccio delle imprese verso il settore minerario, costringendole ad essere più trasparenti. La scelta di Trump di abrogare la “Cardin-Lugar” metterebbe a rischio l’intero funzionamento della Dodd Frank, dall’estrazione alla commercializzazione dei minerali, e riporterebbe ad alti livelli la corruzione già dilagante presso i funzionari dei governi dei paesi da cui provengono le risorse.
Ricordiamo che il fulcro della Legge USA Dodd Frank del 2010 prevede che le imprese quotate in borsa statunitense, che utilizzino conflict minerals nella propria produzione, redigano rapporti dettagliati relativi al rigido controllo della filiera nel caso in cui questi minerali provengano dalla Repubblica Democratica del Congo o dai Paesi confinanti. La Dodd Frank si basa dunque su un approccio di tipo vincolante, fornisce indicazioni geografiche ben specifiche e riguarda tutte le compagnie quotate in borsa USA che utilizzano stagno, tantalio, tungsteno e oro.
La Dodd Frank nel 2014 ha stimolato anche l’Unione Europea che si è posta l’ambizioso obiettivo di inquadrare in una cornice legislativa il commercio UE dei minerali insanguinati. Dal Marzo 2014 al Giugno 2016 il percorso legislativo è stato accidentato. Il 15 giugno 2016, i rappresentanti dell’Unione Europea incaricati di negoziare il Regolamento sui minerali dei conflitti sono giunti a un accordo politico non del tutto soddisfacente per i rappresentanti della società civile; il Regolamento adotta un approccio parziale poiché solo i grandi importatori di metalli e loro materiali grezzi saranno tenuti a controllare il proprio sistema di approvvigionamento, mentre tutte le altre imprese che importano minerali in prodotti finiti o semilavorati non hanno alcun obbligo.
Con il cambiamento di rotta minacciato da Trump sfuggirebbero al sistema di trasparenza e controllo anche gli enti finanziari. A questo proposito la ricerca avviata dalle ong Broederlijk Delen e FairFin rivela che ad esempio in Belgio sono molte le banche che erogano prestiti o altri servizi bancari per investire in discutibili aziende impegnate in estrazioni dei minerali su larga scala. Nello specifico mostra inoltre che le grandi banche, BNP Paribas, Deutsche Bank e ING Group, sono stati i maggiori finanziatori di società minerarie controverse.
La FOCSIV non vuole che gli sforzi della società civile di promuovere l’attuazione di normative volte all’anti-corruzione ed alla trasparenza siano resi vani. La mossa di Trump minaccia indirettamente l’efficacia della pur parziale regolamentazione europea. Trump non è un leader anti-establishment ma al contrario l’espressione di interessi di grandi imprese che non hanno alcuna responsabilità sociale e ambientale. Trump sostiene la globalizzazione dello sfruttamento. E deve essere fermato.
“La sezione 1504 della Legge non è soltanto uno strumento anti-corruzione, ma anche un importante strumento di anti povertà. I paesi in via di sviluppo perdono miliardi ogni anno per l’evasione fiscale e la corruzione. I paesi che detengono molte risorse naturali sono particolarmente vulnerabili alle pratiche di corruzione vista l’alta domanda di risorse” afferma Eric Le Compte del Jubilee Usa Network nella sua lettera di appello al Senato americano.
Il Global Witness, che da anni indaga sul ruolo delle miniere nell’alimentare la violenza nel Congo orientale, ha detto che se l’ordine esecutivo venisse emanato sarebbe un “regalo per le aziende che vogliono fare affari con il criminale e il corrotto”.
FOCSIV, con CIDSE e altri partner europei, ha seguito sin dall’inizio la questione della normativa sui conflict minerals in EU, pubblicando recentemente il paper di approfondimento “Finalmente il nuovo regolamento europeo sui minerali dei conflitti”.
FOCSIV continuerà il suo impegno con il monitoraggio delle negoziazioni a livello internazionale ed europeo, dell’applicazione nei singoli Stati nazionali e con il monitoraggio dei risultati e l’efficacia delle normative, perché è importante promuovere una legislazione che aiuti a porre fine alla violenza di genere, alla violazione dei diritti umani, ai conflitti nel settore minerario ed alla corruzione propria dei poteri forti. Per questo denuncia la grave manovra di Trump a favore dello sfruttamento e contro le comunità locali.