Serve una tassonomia verde ambiziosa
Riprendiamo la seguente richiesta avanzata dal think tank ECCO e da diverse associazioni ambientaliste al Governo italiano e alla Commissione europea per una tassonomia delle attività economiche da finanziare realmente ecologica. Le comunità vulnerabili saranno meno esposte ai rischi climatici quanto più l’economia dei paesi europei diventerà realmente verde e socialmente responsabile. L’Italia deve fare la sua parte se vuole essere coerente con i suoi impegni internazionali di riduzione delle emissioni di carbonio e di sostegno ai paesi e alle comunità più vulnerabili e povere.
Alla luce della leadership e dei risultati del 2021 in sede G20 e COP26, l’Italia ha ottenuto una nuova credibilità sul clima. Il Governo Italiano dovrebbe così supportare una posizione in linea con l’obiettivo dell’1,5 gradi a favore dell’integrità e dell’ambizione attuale della tassonomia, che esclude il gas e le tecnologie nucleari.
La tassonomia per la finanza sostenibile è un sistema di reporting che getta le basi per una finanza veramente verde, consentendo di classificare le attività economiche private e stabilire quali sono ‘green’ e quali no. La tassonomia è uno strumento che permette alla finanza di indirizzare i capitali privati verso investimenti per la decarbonizzazione contribuendo agli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico. La Commissione Europea sta decidendo quali tecnologie includere nella tassonomia. Ad oggi non è previsto che vengano incluse né il gas né il nucleare, ma forti sono le pressioni per includere queste tecnologie da parte delle imprese energetiche e dagli stati maggiormente influenzati da queste. L’Italia è un paese decisivo per la decisione finale. Perché la tassonomia sia uno strumento efficacie per la finanza è fondamentale che il gas venga escluso poiché, pur avendo un contributo anche significativo nella transizione, in quanto fossile è parte del problema del cambiamento climatico.
La funzione della tassonomia non è quella di stabilire in quali tecnologie i settori privato e pubblico debbano o non debbano investire per decarbonizzare il sistema economico, pertanto, l’esclusione di gas e nucleare non impedirebbe investimenti in queste due tecnologie. Esistono varie alternative, come fondi e meccanismi europei, per riconoscere il potenziale ruolo di nucleare e gas come combustibili di transizione, soprattutto per i paesi europei ancora dipendenti dal carbone. La Commissione si è impegnata a proporre nel 2022 una legislazione separata per riconoscere ad essi questo ruolo, mentre un’altra opzione è quella di creare una etichetta ‘ambra’ nella tassonomia che includa attività utili alla transizione ma non ‘verdi’, come nucleare e gas. La tassonomia è un documento aperto, che potrà, a fronte dell’innovazione tecnologica includere nuove tecnologie e processi che si dimostrino pienamente compatibili con la decarbonizzazione e la salvaguardia ambientale.
L’inclusione di gas e nucleare rende la tassonomia inutilizzabile poiché non fornisce alla finanza informazioni chiare circa le tecnologie per la decarbonizzazione , rallentando l’auspicato flusso di capitali verso le tecnologie necessarie per la decarbonizzazione rapida, vera e profonda di cui abbiamo bisogno, dato che l’etichetta ‘verde’ non darebbe più la certezza di evitare investimenti ad altissimo rischio come il nuovo gas. È proprio per una esigenza di chiarezza che importanti attori finanziari hanno chiesto in una lettera di mantenere l’esclusione di gas e nucleare dalla tassonomia. Una tassonomia che include gas e nucleare, e che quindi non definisce le tecnologie green in maniera chiara ed univoca, diventa uno strumento inutile, superato già dagli impegni dei singoli attori finanziari. Se la politica si fa influenzare dalle pressioni delle imprese ed include il gas ed il nucleare nella tassonomia, gli sforzi che il settore finanziario, determinato a perseguire gli impegni di decarbonizzazione come richiesto dall’accordo di Parigi, ha compiuto negli ultimi anni sarebbero annullati
Questo mette la credibilità dell’UE a rischio proprio a pochi giorni di chiusura dalla COP26. Considerare il gas come un carburante ‘sostenibile’ mina a livello internazionale la reputazione dell’UE come leader della transizione verde e impatta negativamente il design di altre tassonomie. Recentemente, la Cina e la Russia hanno confermato di aver rimosso i carburanti fossili dalla propria tassonomia, con l’obiettivo specifico di allinearli con la tassonomia UE. Se l’UE ora indebolisce la tassonomia rischia di portare al ribasso gli standard verdi internazionali.
Qui il documento di ECCO