Solidarietà contro l’incoerenza delle politiche dal seminario internazionale “Grecia, paradosso europeo, tra crisi e profughi”
Tre giorni fa si è concluso il seminario internazionale “Grecia, paradosso europeo, tra crisi e profughi”, svoltosi ad Atene dal 7 al 9 luglio 2016 grazie all’iniziativa di Caritas Italia, Missio e Focsiv , e volto a gettare luce sulle priorità che modellano in particolare il contesto del paese ellenico tra crisi finanziaria e flussi migratori, ma più in generale la relazione tra povertà e migrazioni.
Come sottolineato dal discorso del Monsignore Montenegro, l’opinione pubblica e i paesi europei, attraverso le loro politiche recenti, sembrano essersi dimenticati del principio di responsabilità, lasciando i più bisognosi, vittime sia di una lunga e deleteria recessione nel caso greco, sia di persecuzioni, discriminazione e povertà nel caso dei profughi venuti dall’Africa e dall’Asia, in un’indifferenza disumanizzante, che ha bisogno di essere superata. Da qui la necessità di una Chiesa “in uscita”, attenta alle vulnerabilità del prossimo e pronta ad andare incontro, a tendere la mano, ma anche ad agire insieme, a cooperare, a includere.
Con questo intento il seminario è stato articolato intorno a tre pilastri: quello, il primo giorno, di interventi, presentazioni e tavole rotonde di esperti aventi lo scopo di informare, far conoscere e riflettere, di fornire un background fondamentale per leggere la realtà locale e regionale odierna; quello di ascoltare ed incontrare per comprendere l’esperienza diretta di queste persone attraverso le testimonianze di rifugiati e migranti, ma anche di agire attraverso azioni concrete quali l’inaugurazione di nuovi centri di ascolto e accoglienza (in particolare, il Centro di Ascolto della Caritas di Atene, quello della Caritas dell’Ordinariato per i cattolici greci di rito armeno, e il Centro socio-pastorale Neos Kosmos); ed infine, ultimo pilastro, quello di rivolgere uno sguardo verso il futuro tramite l’elaborazione di proposte a livello sociale, ecclesiale ed istituzionale.
Il seminario ha rilevato paradossi europei. Il primo è quello della divergenza tra l’Europa dei valori umanistici e le sue politiche concrete, che si riflette nell’incapacità di mostrare solidarietà verso chi fugge dalla violenza, nel far prevalere gli interessi sovrani a discapito della solidarietà tra stati membri (con i paesi del sud maggiormente confrontati alla gestione delle richieste d’asilo) e nell’incapacità di un aiuto incisivo e duraturo per i paesi limitrofi e lontani, con una somma di finanziamenti per lo sviluppo e la cooperazione poco significante (il Trust Fund per l’Africa corrisponde a 1,8 miliardi di euro, che, divisi per tutti i paesi coinvolti e per 5 anni, fanno all’incirca 20 milioni di euro all’anno per ogni singolo paese). Il secondo paradosso consiste nel trattare la crisi migratoria e le conseguenti risposte politiche e finanziarie come un evento di emergenza, con una volontaria cecità di fronte al bisogno di mettere in atto meccanismi duraturi e di affrontare le cause strutturali. Infine, il terzo paradosso è quello di alimentare politiche di cooperazione incoerenti, in quanto da un lato si chiede ai paesi terzi di contenere i flussi migratori, e dall’altro si incentivano politiche economiche di libero scambio per cui la produzione e l’occupazione locali diventano vulnerabili, promovendo dunque una spinta emigratoria.
L’esortazione finale di questo seminario è quella di ripensare i paradossi europei e trovare le giuste priorità nelle politiche nazionali e regionali, cioè quelle di accogliere i migranti e al tempo stesso investire in progetti sociali volti a rafforzare le comunità locali più marginalizzate, contro la povertà e la precarietà. Questo augurio trova espressione concreta nell’appello “Oltre i paradossi europei. Un appello per un’Europa dei diritti, dell’accoglienza e dell’inclusione”.
Scaricabile qui la versione integrale dell’Appello.