Risposte alla crisi alimentare mondiale e raccomandazioni per il futuro
La fame è tornata sulla scena della ribalta nel 2008. Nel secondo trimestre 2008 i prezzi dei prodotti agricoli di tutto il mondo hanno raggiunto picchi storici, prima di subire un calo drastico. L’inizio del 2009 ha visto quasi una persona su sette nel mondo soffrire di fame cronica per arrivare ad 1 miliardo di persone secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
Benché le cifre siano sconcertanti, sono state sovrastate dalle cifre legate alla crisi economica globale. La crisi alimentare, però, c’è ancora. Le agenzie ONU che si occupano di alimentazione ed agricoltura hanno riferito, a gennaio, che “i prezzi sono calati rispetto ai picchi del 2008, ma la crisi alimentare non è passata. (…) Le tendenze più profonde dimostrano che la produzione agricola mondiale non può soddisfare la domanda crescente”1. Le agenzie richiedono un’azione decisa nel 2009. Non si può ignorare la confluenza della crisi alimentare, economica e climatica. Facendo di queste crisi un’opportunità di cambiamento, nei prossimi mesi la comunità internazionale ha la possibilità concreta di riformare i sistemi di governo per incoraggiare uno sviluppo davvero sostenibile, la sicurezza alimentare e lo sradicamento della povertà nel mondo. Esistono numerose sedi in cui i governi e le istituzioni hanno potuto e possono agire: il summit del G8 con l’adozione della Dichiarazione congiunta dell’Aquila sulla sicurezza alimentare globale, la FAO e il Summit delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare mondiale che si terrà il prossimo novembre, e la Conferenza internazionale di Copenaghen sui cambiamenti climatici del prossimo dicembre. È fondamentale affrontare le molteplici crisi con una prospettiva globale e a lungo termine, ed è cruciale che ci sia coerenza nell’agenda politica, affinché gli sforzi per risolvere una crisi non danneggino gli sforzi per eliminarne un’altra.
Con il presente documento la FOCSIV, nell’ambito del lavoro svolto insieme alla CIDSE e
IATP, fa appello per delle azioni immediate e coraggiose nel 2009. Questo documento si concentra sulle responsabilità di Stati Uniti (USA) ed Unione europea (Ue) in rapporto all’attuale crisi alimentare. Non si dovrebbero trascurare neanche le responsabilità dei governi dei paesi in via di sviluppo, tuttavia è chiaro che le politiche degli USA e dell’Ue, imposte con forza nelle istituzioni mondiali nel corso dei passati decenni, hanno contribuito a creare un sistema alimentare globale assai vulnerabile. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea possono e devono rivestire un nuovo ruolo nel promuovere una nuova
visione del sistema alimentare mondiale. Il presente documento non ambisce a fornire un resoconto completo delle cause strutturali della fame mondiale né a trattare argomenti estesi come i modelli di consumo; piuttosto sottolinea la portata dell’attuale crisi, ne analizza le risposte che sono state elaborate fino ad oggi, e presenta raccomandazioni concrete per il 2009. Adesso è il momento di agire.
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