2015: Cinque anni per costruire un partenariato vincente per lo sviluppo
Nel 2000 i leaders mondiali hanno sottoscritto un impegno storico per conseguire il raggiungimento di una serie di obiettivi globali con lo scopo di abbattere la povertà entro il 2015: gli Obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite (MDG). Questi obiettivi costituiscono da allora un importante quadro di riferimento per la risposta internazionale alla povertà nel mondo in via di sviluppo.
Benché lontani dall’essere completi, si sono dimostrati utili per galvanizzare l’azione nei confronti di uno sviluppo sostenibile e nella battaglia contro la povertà. Fino ad ora, però, i progressi fatti verso gli MDG sono eterogenei. A cinque anni dalla scadenza del 2015 la comunità internazionale si riunirà a settembre in un summit delle Nazioni Unite per esaminare i progressi degli MDG. Si tratta di un’opportunità importantissima per approvare un pacchetto di stimolo quanto mai necessario per gli MDG. La manovra di salvataggio contro la povertà, fondamentale per raggiungere gli obiettivi, non sarà possibile senza un impegno sostanziale ad agire e ad aumentare i finanziamenti. Lo sfondo per il summit di revisione è costituito dalle implicazioni delle molteplici crisi che la comunità internazionale sta affrontando.
Gli effetti della crisi alimentare, finanziaria ed economica, così come dei cambiamenti climatici, colpiscono soprattutto le persone che vivono in condizioni di povertà nei Paesi in via di sviluppo – crisi alle quali hanno contribuito in minima o nessuna parte. La crisi economica ha ostacolato i paesi poveri nella mobilitazione delle risorse economiche e negli sforzi per rispettare gli impegni di sviluppo. D’altro canto, la crisi economica ha avuto effetti assai diversi su Paesi come Cina, India e Brasile in confronto a quelli subiti da Europa, USA e Giappone. Ciò ha comportato uno spostamento negli assi geopolitici di influenza e dei centri decisionali, facendo sì che il rapporto classico nord-sud per la cooperazione allo sviluppo ceda sempre di più il passo alla cooperazione sud-sud.
Per continuare ad essere credibili come partner per lo sviluppo, i Paesi donatori tradizionali devono realizzare gli impegni presi da lungo tempo, in attesa che le economie emergenti del sud del mondo si assumano la loro parte di responsabilità nei confronti dello sviluppo mondiale. La convergenza di questi fattori pone in esame ora più che mai la fattibilità, la sostenibilità e l’equità degli approcci attuali. Si riafferma il bisogno di costruire una reale collaborazione globale per lo sviluppo, come affermato nell’ MDG8. CIDSE/FOCSIV considera una vera collaborazione come un rapporto stabilito volontariamente “in un clima cooperativo e solidale” al fine di superare “le divisioni ideologiche, spingendo alla ricerca di ciò che unisce al di là di quanto divide”.
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