Tornare al nucleare? L’appello “100% rinnovabili network”
Fonte immagineNuclear smog Photograph by Jorgo Photography – Pixels Merch
Presentazione dell’Appello per un “100% rinnovabili network”
Venerdì 12 luglio ore 11.00 a Roma
via Po 25/C, presso la sala riunioni del WWF
Il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) programma il ritorno alla costruzione di centrali nucleari in Italia: di Small Modular Reactor (SMR), di Advanced Modular Reactor (AMR) e micro-reattori con una potenza di 0,4 GW al 2035, 2 GW al 2040, 3,5 GW al 2045 e 7,6 GW al 2050.
In risposta a ciò, gli esponenti delle principali associazioni della società civile, tra cui FOCSIV, docenti e ricercatori di numerose Università, esponenti qualificati di organizzazioni del mondo delle imprese, hanno promosso e sottoscritto un Appello per un “100% rinnovabili Network”.
L’appello verrà presentato a Roma venerdì 12 luglio ore 11.00 in via Po presso la 25/C, presso la sala riunioni del WWF. Parteciperanno: Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Luciano Di Tizio, presidente WWF Italia, Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo Greenpeace Italia, Edo Ronchi,Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile, Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club. L’obiettivo dell’appello è contribuire a una più corretta informazione sulle scelte energetiche e ambientali e per affrontare più seriamente la crisi climatica – e interverranno alcuni sottoscrittori dell’appello.
“In Italia, come in altri Paesi, le rinnovabili sono in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno di energia, sia attuale, sia dei prossimi anni”- sostiene l’Appello – “I nuovi modelli di reattori nucleari a fissione, anche se più piccoli dei precedenti, generano comunque grandi quantità di isotopi altamente radioattivi, producono rifiuti radioattivi, pericolosi per molte migliaia di anni, contaminano impianti e siti per lunghissimi periodi, rendono gli impianti a rischio di incidenti che, anche se con una probabilità bassa, possono causare impatti devastanti”. ” Visto che la fattibilità e la sostenibilità economica dei nuovi reattori proposti è da verificare e che della tecnologia di questi nuovi reattori non esiste alcun prototipo realizzato in Occidente, visto che in Italia il nucleare è già stato fermato da referendum sostenuti da un ampio consenso popolare, visto che il nostro Paese è densamente popolato, con un diffuso rischio sismico, con vaste aree a rischio di alluvione e frane, dove, in 14 anni, non si è ancora localizzato un deposito per i rifiuti radioattivi, il programma di costruzione di reattori nucleari è poco credibile e produce soprattutto un effetto preoccupante: frena l’impegno per accelerare lo sviluppo – possibile, necessario e conveniente – delle rinnovabili”.
L’ufficio stampa di Legambiente: 3496546593 Luisa Calderaro capo ufficio stampa di Legambiente
L’ufficio stampa di Greenpeace Italia: 342 5532207