Transition Minerals Tracker 2021
Foto da Business & Human Rights Resource Centre
I diritti umani e l’azione per il clima sono sempre più indivisibili. Mentre la crisi climatica spinge alla ricerca di nuove soluzioni energetiche, tecnologia ed approcci innovativi stanno diventando più facilmente disponibili. Tuttavia, l’estrazione di minerali chiave per le tecnologie delle energie rinnovabili rischia di continuare ed espandere le pratiche abusive e insostenibili che storicamente sono alla base del settore estrattivo. Fenomeno questo che è oggetto di attenzione da parte di FOCSIV con i suoi rapporti sull’accaparramento delle terre (Pubblicazioni Landgrabbing – FOCSIV), la cui nuova edizione sarà presentata il 28 Giugno 2022.
Il Transition Minerals Tracker del Business & Human Rights Resource Centre viene aggiornato annualmente per monitorare le politiche e le pratiche in materia di diritti umani delle aziende che estraggono sei materie prime fondamentali per la transizione verso l’energia pulita: cobalto, rame, litio, manganese, nichel e zinco. Si prevede che l’estrazione di questi sei minerali – componenti fondamentali per le tecnologie delle energie rinnovabili – aumenterà drasticamente con la crescente domanda di tali tecnologie. Molte delle aziende produttrici di questi minerali sono accusate di violazioni dei diritti umani. Il Transition Minerals Tracker analizza le denunce di abusi dal 2010 al 2021 e fornisce un’istantanea dei dati del 2021. Quest’anno, sono stati incorporati anche i dati del database sui difensori dei diritti umani (HRDs), per mettere in luce il legame tra HRDs e la transizione energetica.
Questi i risultati principali emersi dell’Analisi 2021:
- il Tracker ha identificato un totale di 495 denunce di abusi dei diritti umani dal 2010 al 2021;
- nel 2021, identificate 61 nuove denunce;
- un terzo delle denunce riguarda attacchi contro i diritti umani, il che ne fa il primo impatto registrato nel Tracker, seguito dall’inquinamento delle acque;
- un terzo delle aggressioni contro i diritti umani riguarda le popolazioni indigene;
- oltre due terzi di tutte le denunce registrate riguardano solo 12 aziende, tra le più grandi e consolidate del settore estrattivo. Tra queste, Grupo México, Codelco, BHP, Anglo American e Glencore.
I dati dimostrano che le comunità locali e i difensori dei diritti umani – essenziali per garantire processi sicuri – corrono i maggiori rischi di esser vittime di abusi da parte delle aziende che si approvvigionano dei minerali di transizione. Oltre a costituire una minaccia per il raggiungimento dell’obiettivo “zero emissioni”, questi abusi comportano significativi rischi reputazionali, legali e finanziari per le aziende. Se il rispetto dei diritti umani non sarà integrato nell’estrazione dei minerali, non si riuscirà a garantire una transizione giusta, mettendo a rischio le persone e il pianeta.
Queste le principali raccomandazioni elaborate nel documento:
Raccomandazioni agli investitori:
- stabilire e comunicare pubblicamente gli standard in materia di diritti umani per tutti gli investimenti nell’estrazione di minerali di transizione, in linea con i Principi Guida delle Nazioni Unite per le Imprese e i Diritti Umani (UNGP) e con le Linee Guida dell’OCSE per la Due Diligence per una condotta aziendale responsabile;
- sviluppare un piano di impegno con le imprese estrattive di minerali di transizione per insistere su azioni urgenti e decisive per eliminare i rischi ambientali e per i diritti umani, nonché i collegati rischi reputazionali, legali e normativi;
- intraprendere una rigorosa due diligence sui diritti umani e sull’ambiente ed esaminare potenziali aziende sulle quali investire per verificare l’esistenza di eventuali coinvolgimenti in passato con ritorsioni. Evitare di investire in società con questi precedenti;
- usare la leva finanziaria con le società partecipate che causano, contribuiscono o sono direttamente collegate a danni ai diritti umani e all’ambiente, compresi gli attacchi ai difensori dei diritti umani, in modo che le imprese attenuino gli impatti negativi e forniscano l’accesso ai rimedi alle persone colpite.
Raccomandazioni alle aziende:
- stabilire un obiettivo chiaro e urgente per implementare la due diligence sui diritti umani e sull’ambiente nelle operazioni e nelle catene di approvvigionamento, insieme all’accesso ai rimedi, con particolare attenzione ai rischi legati alla terra e ai diritti delle popolazioni indigene;
- rispettare i diritti alla terra e alle foreste delle popolazioni indigene e il diritto al consenso libero, preventivo e informato (FPIC), compreso il loro diritto di definire il processo attraverso il quale si ottiene l’FPIC e di negare il consenso;
- lavorare secondo gli standard internazionali degli UNGPs. Assicurarsi che l’approccio sia proattivo e consulti le persone a rischio di abuso e i loro rappresentanti, in conformità con le linee guida del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite per garantire il rispetto dei difensori dei diritti umani. Rinforzare gli obiettivi prevedendo un piano temporale chiaro, con risorse commisurate agli obiettivi, la supervisione e approvazione del consiglio di amministrazione.
Raccomandazioni ai governi:
- approvare leggi nazionali per l’attuazione degli UNGPs, compresa una legislazione che imponga una rigorosa due diligence sui diritti umani e sull’ambiente durante tutto il ciclo di vita dei minerali di transizione e che sia basata su un’efficace consultazione delle comunità coinvolte;
- impegnarsi a far rispettare queste leggi e ad introdurre incentivi significativi per le imprese e gli investitori per il rispetto di standard elevati di condotta aziendale responsabile.
Per i dettagli veda la versione integrale del Transition Minerals Tracker 2021