VERSO IL 3 OTTOBRE A LAMPEDUSA, PROPOSTE CONCRETE
Il 3 Ottobre a Lampedusa vi sarà la commemorazione della tragedia dell’anno scorso: 368 morti “causati non dal fato ma risultato delle politiche europee e italiane sulle migrazioni” come sostenuto da Filippo Miraglia di ARCI. Che con il Comune di Lampedusa e il Comitato 3 Ottobre hanno promosso l’organizzazione del Festival SABIR, dal 1 al 5 Ottobre a Lampedusa, per commemorare le vittime, fare memoria e fare dell’isola un simbolo di terra di incontri tra popoli, culture, sogni, e proposte concrete.
Le prime due proposte concrete sono indicate da Tareke Brhame del Comitato: approvare la proposta di legge sul 3 Ottobre giornata della memoria nazionale, che giace da tempo nei cassetti della Camera; e definire procedure certe per il riconoscimento delle vittime della tragedia attraverso il confronto dei DNA. Vittime che ancora oggi sono segnate con dei numeri sulle tombe, senza nome e cognome, senza dignità, senza possibilità per le madri di piangere i loro figli. Procedure promesse dai politici ma mai rese concrete.
La terza, suggerita da Miraglia, è quella di affidare all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati la creazione di corridoi umanitari per fare sì che le persone non siano costrette a fuggire consegnandosi ai trafficanti, per poi essere salvati (ma non tutti come evidente in questi giorni) dall’operazione Mare Nostrum. Operazione meritoria ma che appare come un palliativo.
Al Festival si realizzeranno eventi culturali e incontri delle organizzazioni della società civile per definire proposte concrete di trasformazione delle politiche italiane ed europee. Il 3 ottobre sarà dedicato alla commemorazione delle vittime con una marcia e altri momenti di silenzio e riflessione, da vivere in modo sobrio. Una celebrazione inter-religiosa si terrà nel luogo della tragedia.
Le parole più dure da Fiorella Mannoia, direttore artistico del Festival per la musica, che denuncia l’incapacità progettuale delle istituzioni nel costruire un sistema di accoglienza funzionante e dignitoso, per cui “tutti sono abbandonati a sé stessi e contro tutti, come accade ogni anno a Rosarno e a Castelvolturno”. Mentre Ascanio Celestini, direttore artistico per gli eventi teatrali, evidenzia come il Festival voglia raccontare Lampedusa come una delle periferie del mondo, territori dimenticati o che appaiono sui media solo per eventi tragici, e che invece possono essere luoghi di incontro.
Le parole sulle periferie del mondo, sull’abbandono e l’indifferenza, ricordano quelle pronunciate un anno fa da Papa Francesco. Parole che motivano la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato (Focsiv), presente con la piattaforma italiana Concord delle ONG europee, al Festival SABIR, per proporre misure concrete per cambiare i partenariati di mobilità e le politiche di cooperazione allo sviluppo europee nel Mediterraneo. In modo da portare le periferie e i migranti al centro. Al centro del Mediterraneo e dell’Europa come evocato dalla sindaca Giusy Nicolini, “lottando per la bellezza di Lampedusa e della sua comunità, dei migranti e del Mediterraneo”.