Verso la campagna giubilare sul debito, cambiare la rotta
Fonte immagine Debito: una questione di giustizia e speranza – Rocca
Uffico Policy Focsiv – Il messaggio profondo del Giubileo è la liberazione dell’uomo, dei popoli, promuovendo giustizia e quindi pace, e per questo occorre riformare, trasformare, un sistema che non funziona, che crea concentrazione di potere e disuguaglianze a danno dei più vulnerabili, marginali e del pianeta, la nostra casa comune.
Per questo diverse organizzazioni cattoliche e non solo, stanno preparando una campagna che avrà come tema centrale la “remissione dei debiti”. Un tema che si collega strettamente a quello degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) portato avanti con la campagna 070, e il progetto Generazione Cooperazione, perché la remissione dei debiti ha senso se è portata avanti nel quadro della riforma del sistema finanziario ed economico internazionale. Trasformazione che prevede da tempo maggiori e migliori aiuti pubblici allo sviluppo, mentre invece molti Stati, tra cui l’Italia, non raggiungono l’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo in APS (vedi Poca cooperazione nella Legge di bilancio – Focsiv).
Il 9 gennaio verrà lanciata la campagna cambiare la rotta, declinazione della campagna internazionale “Trasformare il debito in speranza” grazie a un evento organizzato da Azione Cattolica, a cui la Focsiv parteciperà con molte altre organizzazioni sorelle.
Riportiamo qui, a proposito del Giubileo sul debito, il commento apparso in Papa Francesco: “Condonare i debiti dei Paesi poveri” – Azione Cattolica Italiana, sul Messaggio di Papa Francesco.
È stato pubblicato il testo del Messaggio di Papa Francesco per la 58ª Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2025), intitolato “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.
Con il primo capitolo In ascolto del grido dell’umanità minacciata il Pontefice esprime vicinanza a chi soffre. E ribadisce l’importanza del Giubileo del 2025 come tempo di speranza e di grazia. Il Giubileo, infatti, ispirato alla tradizione biblica, richiama alla liberazione, alla giustizia e alla fraternità, valori centrali per superare le ingiustizie e le oppressioni del nostro tempo. Così Papa Francesco denuncia le strutture di peccato che alimentano disuguaglianze, sfruttamento e conflitti. Tra queste cita la crisi climatica, il trattamento disumano dei migranti, la disinformazione, l’industria bellica e le disparità sociali. E invita ciascun credente a riconoscere la propria responsabilità in queste dinamiche e a impegnarsi per un cambiamento duraturo.
Nel secondo capitolo Un cambiamento culturale: siamo tutti debitori il Papa richiama l’umanità a riconoscere i doni di Dio e a vivere nella gratitudine. Citando la preghiera del Padre Nostro (“Rimetti a noi i nostri debiti”), sottolinea che il perdono e la solidarietà sono indispensabili per costruire relazioni giuste. Francesco condanna l’attuale crisi del debito, evidenziando come essa diventi spesso uno strumento di oppressione, in particolare per i Paesi più poveri. Propone il condono del debito estero e il riconoscimento di un debito ecologico tra il Nord e il Sud del mondo, invitando a un cambio di paradigma che metta al centro la giustizia e la solidarietà.
Il terzo capitolo Un cammino di speranza: tre azioni possibili è l’occasione per Francesco di suggerire tre azioni concrete per affrontare le sfide globali di questo nostro tempo.
Condono del debito internazionale: Francesco rilancia l’appello per la riduzione o l’eliminazione del debito estero, unendolo alla creazione di un sistema finanziario globale basato sulla solidarietà.
Abolizione della pena di morte: riconoscendo l’inviolabilità della vita umana, il Papa chiede l’eliminazione della pena capitale, simbolo della negazione del perdono e della speranza.
Investimenti per la pace: il Pontefice propone di destinare una percentuale delle spese militari a un fondo globale per eliminare la fame, promuovere l’educazione e combattere il cambiamento climatico.
Infine, il capitolo La meta della pace. Il Pontefice ci regala una riflessione teologica e spirituale sulla pace come dono di Dio e risultato di cuori disarmati. E con estrema chiarezza ribadisce un concetto a lui caro: la pace non è solo l’assenza di guerra, ma il frutto di una trasformazione interiore. L’ansia e la paura devono essere sostituite dalla fiducia in Dio e nell’altro.
Delinea la pace come frutto della giustizia: il riferimento al Salmo 85 rafforza l’idea che giustizia e pace sono strettamente intrecciate. Solo quando si superano le disuguaglianze si può aspirare a una pace duratura.
Dona importanza ai piccoli gesti quotidiani. Un sorriso, un gesto di amicizia, un ascolto sincero. Sottolineando che la pace comincia da piccoli atti di bontà che trasformano la società.
Ribadisce la speranza come motore della pace. La preghiera finale al Signore evidenzia che la pace è un dono che solo Dio può concedere, ma che richiede anche il nostro impegno attivo.
QUI la locandina dell’evento del 9 gennaio 2025