World Investment Report 2016: l’Africa perde investimenti per lo sviluppo sostenibile
L’UNCTAD (United Nations Conference on trade and development) ha pubblicato il report 2016 sugli investimenti mondiali, attestando che gli investimenti diretti all’estero (IDE) hanno avuto una crescita esponenziale pari al 38% rispetto all’anno precedente. Gli IDE sono una delle forme di internazionalizzazione delle imprese, in particolare questi investimenti sono una voce della contabilità nazionale nella quale vengono indicati i trasferimenti di capitale e di tecnologie da un paese all’altro.
L’aumento del 38% nel 2015 dei Global IDE è la più alta percentuale dalla crisi economica e finanziaria del 2008-2009. Una ondata di fusioni transfrontaliere e acquisizioni è stato il principale fattore di questo forte incremento. Spesso però si è trattato di riconfigurazioni aziendali quindi non di nuovi investimenti reali.
I flussi di IDE verso le economie sviluppate sono quasi raddoppiati (verso Europa e Stati Uniti), mentre le economie in via di sviluppo hanno visto i loro flussi di IDE raggiungere il 9 % in più rispetto al 2014. L’Asia, con afflussi di IDE che superano il mezzo trilione di dollari, continua ad essere la più grande regione beneficiaria. Mentre con flussi di 576 miliardi di dollari, l’Europa è diventato il più grande investitore nel mondo.
Guardando al futuro, l’UNCTAD non è così ottimista e prevede che i flussi di investimenti diretti esteri dovrebbero diminuire del 10-15 per cento nel 2016, come riflesso della fragilità dell’economia globale, della persistente debolezza della domanda aggregata, della crescita lenta in alcuni paesi esportatori delle materie prime.
La previsione al ribasso dell’UNCTAD è già realtà in Africa, dove i flussi di IDE sono diminuiti del 7% rispetto all’anno precedente. La crescita della capacità produttiva grazie agli investimenti esteri quindi non interessa tutti gli Stati in egual modo; e questo è problematico data la necessità per gli Stati di investire in azioni di sviluppo sostenibile anche in virtù dell’Accordo di Parigi sul clima. Secondo l’UNCTAD l’Africa avrebbe bisogno di più investimenti per adattarsi al cambiamento climatico, anche di investimenti esteri, ma ciò non si sta realizzando.
Aldilà della situazione africana, gli accordi di investimento internazionali (AII) continuano a crescere. Nel 2015, 31 nuovi AII sono stati conclusi. Una nuova generazione di trattati di investimento sta emergendo. Questi accordi coinvolgono molteplici stati ed investitori, ed hanno un forte peso economico e politico.
Il quadro delle politiche d’investimento consigliate dall’UNCTAD e le sue linee guida per le riforme degli All stanno influenzando molti decisori politici. Con le linee guida dell’UNCTAD, si sta sviluppando una effettiva riforma degli All: i paesi hanno espresso consenso sulla necessità di modificare gli accordi individuando settori e approcci da revisionare.
Il 2016 World Investment Forum, che si terrà a Nairobi in Kenya dal 17 al 21 Luglio, offre l’opportunità di discutere su come realizzare la riforma degli All in modo uniforme per evitare il rischio di concorrenza sleale.
Promuovere e facilitare l’investimento è fondamentale per l’Agenda sullo sviluppo sostenibile post-2015. A livello nazionale, molti paesi hanno istituito programmi per promuovere e facilitare gli investimenti, ma la maggior parte degli sforzi riguarda solo la promozione piuttosto che l’agevolazione dell’investimento in concreto.
L’Azione Globale dell’UNCTAD per gli Investimenti Facilitati fornisce opzioni politiche per migliorare la trasparenza e l’informazione a disposizione degli investitori, assicurare procedure amministrative efficaci, e migliorare la prevedibilità della politica ambientale, tra le altre.
FOCSIV sostiene che sia importante trovare un equilibrio globale tra liberalizzazione e regolamentazione ed auspica che si raggiunga l’obiettivo di promuovere gli investimenti per uno sviluppo sostenibile.