“QUANDO PARLIAMO DI “AMBIENTE” FACCIAMO RIFERIMENTO AD UNA PARTICOLARE RELAZIONE CHE ESISTE TRA LA NATURA E LA SOCIETÀ CHE LA ABITA”.
È fondamentale cercare soluzioni integrali alla crisi ambientale e sociale, che considerino le interazioni tra i sistemi naturali e i sistemi sociali. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, ridurre le disuguaglianze, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura considerando i limiti planetari. Per questo l’Enciclica Laudato Sì propone il concetto di ecologia integrale e sottolinea l’urgenza di rispondere al grido della terra e dei poveri.
I cambiamenti climatici stanno già colpendo gli abitanti del pianeta con temperature estreme, piogge intense, siccità, scioglimento dei ghiacci, aumento del livello del mare.
Pur toccando tutti, i cambiamenti climatici hanno un maggiore impatto sulle popolazioni vulnerabili in quanto sono meno in grado di adattarsi alle nuove condizioni perché sprovviste dei mezzi e delle risorse richieste per attuare politiche efficaci di contrasto. Inoltre molti popoli del Sud del mondo, soprattutto in Africa, vivono di produzione agricola e quindi la loro stessa capacità di sopravvivenza dipende dalle condizioni climatiche e meteorologiche.
La grave crisi climatica che oggi minaccia la sopravvivenza degli abitanti della Terra, soprattutto dei più poveri, è l’emblema della connessione tra attività umane e natura, perché la causa fondamentale è di carattere antropico. Sono, infatti, le attività umane che sfruttano fonti di energia fossili, la principale causa di emissioni di gas serra.
L’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, fondata sulla dottrina sociale della Chiesa, esprime un principio che può essere ritenuto il primo principio di tutto l’ordinamento etico sociale, il principio di universalità dei beni che considera il diritto di proprietà privata un diritto che deve essere necessariamente subordinato al diritto alla vita.
Il pianeta che abitiamo deve essere trattato come la nostra casa comune e questo significa riconsiderare la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. Soprattutto quando essa motiva una economia che, invece, sfrutta senza limiti l’ambiente e l’uomo.
Bisogna pensare e discutere sulle condizioni di vita e di sopravvivenza di una società, con l’onestà di mettere in dubbio gli attuali modelli di sviluppo, produzione e consumo, insostenibili. Non possiamo “considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita”, perché non è superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto è connesso.
Per affrontare questa situazione, occorrono politiche urgenti di mitigazione dell’emissione di gas serra e quindi dei consumi delle fonti energetiche e dei livelli di inquinamento sostenuti in primis dai Paesi industrializzati del Nord del mondo e, al tempo stesso, prevedere lo stanziamento di risorse adeguate e proporzionate ai bisogni di adattamento che i Paesi in via di sviluppo dovranno affrontare nei prossimi anni.
Focsiv si impegna a promuovere la scelta di uno stile di vita e di modelli di produzione e consumo sostenibili. Sostiene il disinvestimento dalle risorse di origine fossile, l’agroecologia a km 0, denuncia lo sfruttamento intensivo della terra e sensibilizza sui gravissimi effetti del Land Grabbing.